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Maxi-riciclaggio dal gioco online, tra gli arrestati un ex deputato Pdl

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truffa transnazionale

Maxi-riciclaggio dal gioco online, tra gli arrestati un ex deputato Pdl

Ora la ruota per l’ex parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta e per Francesco Corallo, catanese, re delle slot machine e figlio di Gaetano (sospettato di legami con il boss di Cosa nostra Nitto Santapaola), non gira più. Lo Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) della Gdf di Roma ieri, oltre ai due, ha arrestato altre tre persone (anche all’estero), su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Capitale. L’accusa è quella di un’associazione a delinquere transnazionale che avrebbe riciclato in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle videolottery. Gli indagati sono 12.

La Gdf ha anche eseguito presso Antille olandesi, Regno unito, Canada e Francia perquisizioni e sequestri di numerosi beni e conti correnti per centinaia di milioni. Corallo, che è anche cittadino olandese dal 22 luglio 2000, vive dal 1990 nell’isola caraibica di Saint Maarten dove è stato raggiunto dalla polizia olandese ma è residente a Curaçao dal 14 gennaio 2011. Laboccetta è stato invece fermato a Napoli. Nell’ambito dell’indagine della Dda di Roma sono indagati anche Sergio e Giancarlo Tulliani, rispettivamente suocero e cognato di Gianfranco Fini, ex presidente della Camera e ora a capo dell’associazione Liberadestra.

Corallo e Laboccetta – oltre ad otto altri indagati – sono accusati di essersi appropriati di 85 milioni corrispondenti al mancato pagamento dei tributi erariali dovuti dalla società concessionaria Atlantis World Group of companies Nv, di cui Laboccetta è stato rappresentante legale in Italia. Tra il 2004 e il 2007 la liquidità illecitamente accumulata (circa 50 milioni) sarebbe stata trasferita dai conti correnti della concessionaria (stabile organizzazione in Italia era Atlabtis/Bplus) verso i conti olandesi e inglesi di altre società del Gruppo Corallo e, poi, verso un conto corrente di società offshore acceso a Saint Maarten dallo stesso Corallo. Tra il 2008 e i 2014 altri 150 milioni sarebbero transitati dall’Italia a Saint Maarten, Curaçao e Santa Lucia.

Secondo la ricostruzione del Gico, Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione dell’olandese Rudolf Baetsen, collaboratore di Corallo, società offshore – Printemps Ltd, Timara Ltd (questa riconducibile secondo la Gdf anche alla sorella Elisabetta, compagna di Fini) e Jayden holding Ltd – per far ricevere ingenti somme di denaro da un conto corrente intestato alla società offshore Dawn properties riconducibile a Francesco Corallo, consentendo un flusso milionario tra Italia, Olanda, Antille, Principato di Monaco e Santa Lucia.

Alcuni dei controlli svolti dai magistrati sarebbero stati approfonditi anche grazie al lavoro svolto sulla casa di Montecarlo finita nel 2010 al centro dell’attenzione investigativa e mediatica. Baetsen – secondo la ricostruzione della Gdf – il 7 luglio 2008 avrebbe trasferito 327.295,43 euro allo studio notarile Paul Louis Aureglia a favore della società offshore Printemps Ltd, riconducibile appunto a Giancarlo Tulliani, per l’acquisto di un appartamento a Montecarlo, in Boulevard Princesse Charlotte 14, già di proprietà di Alleanza nazionale. La stessa casa è stata rivenduta il 15 ottobre 2015 per circa 1,4 milioni di euro. Flussi di denaro estero su estero sarebbero giunti anche sul conto di Sergio Tulliani.

Il 1° luglio Labocccetta è stato assolto con formula piena dall’accusa di favoreggiamento nei confronti di Corallo, per aver portato via un pc durante una perquisizione della Guardia di finanza negli uffici dello stesso Corallo nell’ambito di una inchiesta su Bpm nel 2011. Per il giudice monocratico della IV sezione penale del tribunale di Roma, Riccardo Rizzi, il fatto non sussiste.

Il capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone ha commentato così: «È un operazione di eccezionale importanza. Un grazie allo Scico e alle autorità giudiziarie delle Antille Olandesi che ci hanno permesso di intervenire su una mole impressionante di denaro sottratto ai contribuenti italiani».

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