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Riciclaggio: arrestato il re delle slot machine Francesco Corallo

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indagati cognato e suocero di Fini

Riciclaggio: arrestato il re delle slot machine Francesco Corallo

La ruota per Francesco Corallo, re delle slot machine con le quali sembra aver accumulato un'enorme ricchezza miliardaria, non gira più. Scico (il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di finanza di Roma sta infatti finendo di eseguire numerosi arresti anche all’estero, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Capitale, nei confronti di una associazione a delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery (cosiddetto Vlt).

Perquisizioni e sequestri dalle Antille olandesi al Canada
Le Fiamme Gialle stanno anche eseguendo presso le Antille olandesi, il Regno unito, il Canada e la Francia, perquisizioni e sequestri di numerosi beni e conti correnti per centinaia di milioni.

Gdf-Scico, l'arresto ai Caraibi del re dello slot machine Francesco Corallo

Arrestato il re dei casinò Corallo
Tra gli arrestati figurano il principale imprenditore internazionale delle slot machine e re dei casinò ai Caraibi – Corallo, che si era da tempo insediato nell’isola di Saint Marteen dove è stato raggiunto dalla polizia olandese – professionisti del settore, mentre risulta al momento fermato l’ex parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta, che sarebbe stato trasferito nel carcere romano di Regina Coeli.

Indagati Sergio e Giancarlo Tulliani, suocero e cognato di Fini
Nell’ambito dell’indagine della Dda di Roma su una presunta associazione a delinquere dedita al riciclaggio del denaro proveniente del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery, sono indagati anche Sergio e Giancarlo Tulliani, rispettivamente suocero e cognato di Gianfranco Fini ex presidente della Camera e attualmente a capo dell’associazione Liberadestra.

Laboccetta assolto da favoreggiamento a Corallo
Il 1° luglio di quest’anno Amedeo Laboccetta è stato assolto con formula piena dall’accusa di favoreggiamento nei confronti dell’imprenditore Francesco Corallo per aver portato via un durante una perquisizione della Guardia di finanza negli uffici di Corallo nell’ambito di una inchiesta su Bpm nel 2011. Per il giudice monocratico della IV sezione penale del tribunale di Roma, Riccardo Rizzi, il fatto non sussiste. «Si chiude dopo cinque anni una pagina di grande dolore personale che rappresentò, per il circus mediatico-giudiziario, la prova generale per l'aggressione finale a Silvio Berlusconi – disse quest'estate Laboccetta – . I giornali delle Procure mi hanno massacrato nonostante avessi fin dal primo momento chiarito che il pc portatile, trovato a casa di Corallo, fosse di mia proprietà. Essendo un parlamentare, i militari non potevano sequestrarlo. La sentenza di un giudice coraggioso certifica la mia assoluta estraneità a fatti o comportamenti al di fuori della legge».

La reazione (e la domanda) di Rosy Bindi
Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamenta antimafia, ha dichiarato che «l'indagine della Dda di Roma è un colpo durissimo alle infiltrazioni criminali nel settore del gioco legale. Appare inquietante il quadro, emerso dalle indagini, di connivenze istituzionali e politiche che hanno permesso a Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo che sembrerebbe legato alla famiglia mafiosa dei Santapaola, di acquisire nel 2004 la concessione pubblica di migliaia di slot e conservare una posizione di mercato dominante che ha permesso ingenti profitti e il riciclaggio, attraverso società offshore, di svariati milioni di euro sottratti al fisco».

Le parole del capo della Procura di Roma Pignatone
L’agenzia Agimeg ha riportato le parole del capo della Procura Giuseppe Pignatone. «È un operazione di eccezionale importanza per reati fiscali – ha affermato -. Un grazie allo Scico e alle autorità giudiziarie delle Antille Olandesi che ci hanno permesso di intervenire su una mole impressionante di denaro sottratto ai contribuenti italiani. La Procura di Roma e Rotterdam hanno dato vita a una squadra comune. Sequestrati beni per circa 80 milioni di euro, compreso un casinò. La società coinvolta che fa a capo a Francesco Corallo ha cambiato vari nomi operando nel settore dei giochi con strategie solo in parte lecite ed evadendo le tasse. Ringrazio anche Aams per il lavoro svolto e per l’importante contributo».

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