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A Roma Muraro lascia, tensione nel M5S

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A Roma Muraro lascia, tensione nel M5S

La giunta pentastellata di Virginia Raggi perde l’ennesimo pezzo: dopo mesi di montagne russe, si dimette l’assessora all’Ambiente Paola Muraro, indagata da aprile per presunte violazioni del Testo unico ambientale. L’annuncio è rocambolesco come quello del 1° settembre, quando alle 4 del mattino la sindaca pubblicò su Facebook la notizia dell’addio del capo di gabinetto Carla Romana Raineri, seguita a cascata dal super assessore Marcello Minenna e da tre manager delle municipalizzate Atac e Ama. Stavolta, nella notte tra lunedì e martedì, Raggi sceglie di nuovo Facebook postando un video, registrato con i consiglieri M5S alle sue spalle: «Ho comunicato ai miei consiglieri di aver accettato le dimissioni dell’assessora Paola Muraro. La stessa mi ha comunicato infatti di aver ricevuto da poco un avviso di garanzia per presunte violazioni del testo unico ambientale. Non sono entrata nel merito dell’avviso, ho accettato le sue dimissioni e ho assunto le deleghe alla sostenibilità ambientale». E ancora: «Attendiamo con fiducia che l’assessora chiarisca nel dettaglio la sua posizione».

Il video arriva al termine di una giornata convulsa che dal Campidoglio raccontano così: Muraro, appreso nel pomeriggio di lunedì dell’invito a comparire in procura il 21 dicembre, informa la sindaca dell’intenzione di dimettersi. È in corso una riunione di maggioranza sul bilancio, approdato ieri all’esame dell’assemblea capitolina: Raggi chiama i consiglieri mancanti e condivide con il gruppo M5S la decisione di accettare le dimissioni. Poi telefona ai vertici del Movimento, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Non proprio sereni. Entrambi oggi saranno a Roma per decidere con i parlamentari l’agenda delle mobilitazioni contro il nuovo governo. Ma è probabile che almeno il primo si affacci a Palazzo Senatorio: la giunta romana (in cui traballa anche l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini) resta sorvegliata speciale, e il suo destino è intrecciato giocoforza a quello del Movimento.

Muraro – già molto criticata per aver rivelato soltanto a settembre in commissione Ecomafie di essere indagata, quando lo sapeva da luglio - spiega: «Sono tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Tuttavia, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione». Scoppia il giallo tempi: lei sostiene di aver ricevuto l’avviso di garanzia lunedì, ma si scopre che l’informazione dalla procura era arrivata tramite pec martedì scorso. Che cosa è successo nei sei giorni successivi? La versione ufficiale vuole che sia stata informata dai suoi legali soltanto due giorni fa, quella ufficiosa che la decisione delle dimissioni sia stata più che sofferta. Si sprecano i sospetti, come ai tempi delle mail “non lette” da Luigi Di Maio.

Nonostante un consigliere si lasci sfuggire un «Presto arriverà il successore» di Muraro, fonti qualificate del Campidoglio frenano: un piano B esiste, con una rosa ristretta di nomi, ma la linea è quella di aspettare. Perché, se non emergeranno illeciti e si profilerà un’archiviazione, Muraro rientrerà in giunta. «Siamo garantisti: fino a prova contraria, gode della nostra fiducia», è la sintesi. Per questo Raggi ha scelto di tenere le deleghe, nonostante il dossier caldissimo dei rifiuti tutto da sbrogliare e lo spettro delle vacanze natalizie che fa presagire nuove emergenze.

Le opposizioni hanno gioco facile. La capogruppo Pd Michela Di Biase attacca: «I romani hanno diritto di essere informati attraverso l’assemblea capitolina». Poi domanda: «Muraro sa di essere indagata per reati ambientali da mesi. Perché le dimissioni ora? Che cosa è intervenuto nel frattempo?». Risponde la senatrice M5S Paola Taverna: «Avevamo sempre detto che in presenza di un avviso di garanzia avremmo chiesto un passo indietro». Il deputato Stefano Vignaroli, considerato lo “sponsor” di Muraro, la difende: «Ha fatto un buon lavoro». Ma la pazienza dei parlamentari del M5S ha superato il livello di guardia. E Grillo si accinge a nuovi moniti contro i passi falsi della giunta Raggi.

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