Prima da sottosegretario a Palazzo Chigi ora da ministro: Claudio De Vincenti è chiamato a completare il lavoro avviato su coesione territoriale e programmazione comunitaria. «Con l’obiettivo entro il 2017 - dice - di spendere 2,4 miliardi relativi ai 15 Patti territoriali per il Sud. Si avviano così interventi che nel complesso, su scala pluriennale, valgono 7 miliardi».
Rinasce un ministero per il Mezzogiorno. Nostalgia dell’intervento straordinario? Cosa è cambiato rispetto al governo Renzi che aveva escluso l'ipotesi del ministero?
È successo che, proprio grazie al governo Renzi, abbiamo impostato una nuova politica meridionalista, quella del Masterplan e dei Patti per il Sud. Direi con un certo successo, visto che anche al Nord li reclamano. Adesso è il momento di “scaricare a terra” il potenziale dei Patti e rafforzare la coerenza complessiva del disegno sul territorio nazionale. E il ministero della Coesione e del Mezzogiorno voluto dal presidente Gentiloni serve esattamente a questo: una direzione politica e amministrativa del processo che valorizzi il ruolo attuativo dell’Agenzia. La cifra della nuova politica meridionalista è: la programmazione non si cala dall’alto, parte invece dalle priorità definite con le comunità locali, individua le risorse e gli strumenti, chiarisce le responsabilità. Nessuna nostalgia dell’intervento straordinario.
L'Agenzia finora non sembra aver espresso le potenzialità attese. A che punto è l'attuazione del ciclo 2014-2020? E il ministero nasce per far fronte a queste difficoltà?
A oggi sono state già lanciate procedure attuative – comprensive dei bandi di gara – pari al 30% dei 53 miliardi di fondi strutturali e in qualche caso anche con prime spese effettuate: l’Agenzia sta funzionando, più chiaro di così.
La scelta di istituire il ministero guarda anche agli elettori del Sud che sono stati decisivi per l’esito del referendum?
È uno strumento per sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno e così fronteggiare le tante situazioni di sofferenza e disagio accumulatesi in passato insieme con la divaricazione di reddito e occupazione registrata fino al 2013 tra Sud e Centro-Nord. I dati Svimez segnalano finalmente una inversione di tendenza nel 2015, grazie anche alle politiche del governo Renzi. Ma questo non può bastare: abbiamo bisogno di consolidare e rafforzare la ripresa del Mezzogiorno per i suoi cittadini, per i suoi giovani.
Manterrà la delega sul Fondo sviluppo e coesione? In questo caso non rischia di sovrapporsi all'azione di altri ministeri come Infrastrutture, Sviluppo economico o Ambiente?
Nessuna sovrapposizione ma il ruolo di coordinamento previsto dalla legge per la cabina di regia che presiedo in quanto Autorità per la Coesione.
A che punto è l'attuazione dei Patti previsti dal Masterplan e andrete avanti su questa linea? Con l’ultimo Cipe avete assegnato tutti i fondi necessari?
Come ho già detto, tutte le batterie sono state messe in linea: ora si devono centrare gli obiettivi. Il Cipe ha completato l’assegnazione dei fondi disponibili fino alla Legge di Bilancio 2017: quest’ultima ha stanziato 11 miliardi di euro in più sul Fondo sviluppo e coesione che dovremo allocare in cabina di regia e poi in Cipe.
A proposito di investimenti, quanto si è speso finora della “clausola di flessibilità” concessa dalla Ue per 4,2 miliardi?
Siamo in linea con il conseguimento dell’obiettivo.
Con la nuova programmazione 2014-2020 c’è stato un salto di attenzione ai temi industriali rispetto anche alle infrastrutture. Qual è la sua linea?
La mia linea è che ci deve essere un mix equilibrato tra infrastrutture, politiche industriali, ambiente e politiche sociali. L’allocazione definita dalla cabina di regia combinando Fondo sviluppo e coesione e fondi strutturali va esattamente in questa direzione.
Finora la linea era politiche nazionali con una maggiore intensità al Sud, se occorre. Ora si torna alle misure speciali per il Sud?
I tempi della Cassa per il Mezzogiorno sono superati: oggi le misure per il Sud sono misure di politica economica che hanno respiro nazionale e che si integrano con le politiche di investimento pubblico e le politiche industriali al Centro-Nord. Ricordo che il nome del mio ministero è Coesione territoriale e Mezzogiorno: e la coesione riguarda il Paese intero.
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