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Nomine Raggi, investigatori in Comune

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Nomine Raggi, investigatori in Comune

  • –Ivan Cimmarusti

La Procura di Roma accelera nell’inchiesta sui contratti «sospetti» agli stretti collaboratori della sindaca di Roma, la pentastellata Virginia Raggi.

Il fascicolo, senza indagati né ipotesi di reato, ha lo scopo di verificare la corretta applicazione della normativa per i contratti sottoscritti con il magistrato Carla Raineri, ex capo di gabinetto, Salvatore Romeo, capo segreteria, Andrea Mazzillo, ex capo staff poi nominato assessore al Bilancio, e Antonio De Santis, delegato alla gestione del personale. Accertamenti sono in corso anche per riscontrare la fondatezza dei vari pareri emessi dall’Avvocatura del Campidoglio sul contratto della Raineri.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, responsabile del pool “reati contro la Pubblica amministrazione”, che mercoledì ha delegato gli investigatori della squadra mobile di Roma, al comando del dirigente Luigi Silipo, ad acquisire gli incartamenti amministrativi dal Comune. Nel fascicolo entrano due delibere di assunzione: del 5 agosto per l’inquadramento della Raineri e del 9 agosto per Romeo, Mazzillo e De Santis. «Questa vicenda sta assumendo dei contorni ridicoli - ha commentato la Raggi -. Quando la magistratura chiede atti noi siamo lieti di fornirli, c'è massima trasparenza». Poi l’affondo: «Simpatico che tutto questo sia stato fatto dall’ex capo di gabinetto (Carla Raineri, ndr) che di fatto è stata nominata con una procedura che io ritenevo illegittima». Il riferimento alla Raineri non è di poco conto. Il magistrato - ex capo segreteria tecnica dell’allora commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca - è invitata a entrare nella Giunta grillina «per assumere le funzioni di capo di gabinetto di Roma Capitale», si legge nella delibera. Da subito sorgono i contrasti. Due diversi pareri dell’Avvocatura capitolina, infatti, danno interpretazioni differenti su come inquadrare nel Comune il magistrato: nel primo si spiega che è necessario applicare l’articolo 90 del Testo unico per gli enti locali (Tuel), nella parte relativa agli incarichi per soggetti alle dirette dipendenze del sindaco; nel secondo, invece, si dà la possibilità di applicare l’articolo 110 che, prevedendo una retribuzione maggiore, può essere però usato solo per coloro i quali partecipano a una selezione pubblica. La Giunta stabilì l’applicazione del 110, con un compenso di 193mila euro. Decisione bocciata anche da Anac, che ha portato la Raggi a rivedere l’incarico della Raineri, la quale ha abbandonato e presentato un esposto alla Procura.

Su Salvatore Romeo la vicenda è più complessa. Il braccio destro della Raggi, ex responsabile per le attività di controllo delle società partecipate del Comune, viene portato nell’arco di poche settimane da un compenso lordo di 39mila euro annui a 120mila, poi tagliato a 93mila con una seconda deliberazione di Giunta. Ma andiamo con ordine. Quando la Raggi vince le elezioni Romeo si mette in aspettativa dal suo ruolo al Comune, per poi essere riassunto il 9 agosto in applicazione dell’articolo 90 del Tuel e col maxi stipendio. A nulla serve il parere chiesto dal Campidoglio al professor Aristide Police, il quale boccia il reinserimento di Romeo con questa nuova formula. A fine settembre una nuova deliberazione di Giunta dispone il taglio dello stipendio a 93mila euro, poi confermato anche con un parere di Anac. Gli ultimi due contratti riguardano l’inserimento di Mazzillo in qualità di capo staff, attraverso l’applicazione dell’articolo 90 del Tuel. Mazzillo - ex dem candidato nel 2006 nell’allora lista civica a sostegno di Veltroni - il 9 agosto è assunto, salvo poi essere nominato assessore al Bilancio a fine settembre in sostituzione del dimissionario Marcello Minenna, il quale ai magistrati ha sollevato numerose ombre sulla Giunta di Virginia Raggi. Infine i pm vogliono verificare la regolarità del contratto di De Santis, stretto collaboratore della sindaca, che ha ricevuto la delega alla gestione del personale.

Sulla vicenda è intervenuto anche Beppe Grillo, che dal suo blog ritiene il «Movimento 5 Stelle sotto attacco», aggiungendo che «mano a mano che ci avvicineremo alle politiche, sarà molto peggio». Grillo spiega che «contrariamente a quanto riportato dai media non c'è stata nessuna perquisizione in Campidoglio, si è trattato di una semplice acquisizione di atti».

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