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Dall’Europa al mercato, allo Stato, ognuno faccia la sua parte

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l’analisi

Dall’Europa al mercato, allo Stato, ognuno faccia la sua parte

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Tutti devono fare la loro parte. Solo con l’impegno di tutti, Europa, Stato,vigilanza, management, banche, investitori, risparmiatori e correntisti, il Montepaschi uscirà dal tunnel.

Il Monte dei Paschi di Siena è una grande banca, la terza italiana, è in bonis, è solvente. Non è in dissesto. Non è in risoluzione. Ma ora non basta più che sopravviva, che vivacchi sospesa tra il suo passato, non sempre glorioso, e un futuro incerto. Il Monte, con le operazioni in corso che devono concludersi entro il 31 dicembre come richiesto dal Meccanismo unico di vigilanza (Bce), si avvia a voltare pagina per diventare una nuova banca, ripulita dal peso dei crediti in sofferenza e incagliati, pronta per macinare utili e promettere dividendi (l’unico modo in cui una società quotata in Borsa è un “buy” e non un “sell”) .

Per arrivare nei tempi previsti al traguardo della cessione delle sofferenze e contestuale aumento di capitale, MPS ha e avrà bisogno dell’impegno e dell’intervento di tutti, non solo in casa propria, in quanto “tutti” nell’Eurozona e nell’Unione europea indica responsabilità che vanno molto oltre i confini nazionali.

Il primo chiamato ora, in questi giorni, a fare la sua parte è il mercato, su tre livelli: LME (conversione dei subordinati in azioni del nuovo Monte), aumento di capitale (5 miliardi) prestito-ponte per realizzare il deconsolidamento del gigantesco portafoglio di sofferenze del Monte, con valore lordo di oltre 27 miliardi. Tanto maggiore sarà l’adesione degli investitori istituzionali e retail allo swap dal bond all’equity, tanto minore sarà l’importo dell’aumento di capitale residuo da chiudersi sul mercato per arrivare a quota 5 miliardi. La Consob esercita qui il ruolo di supervisione della correttezza dei comportamenti e di tutela del risparmio, Banca d’Italia e Bce vigilano come sempre sulla stabilità del sistema finanziario. Per creare il Nuovo Monte, con il bilancio ripulito, contestualmente deve andare in porto la cessione dei NPLs: la società-veicolo che deve acquistare le sofferenze per un valore netto poco superiore a 9 miliardi, per poi cartolarizzarle l’anno prossimo, in questo momento non ha la liquidità necessaria per fare questo acquisto e quindi ha bisogno di un bridge-loan, un finanziamento di breve termine che anticipi entro fine anno l’incasso della futura cartolarizzazione. Qui l’impegno del mercato è cruciale: JP Morgan e Mediobanca garantiscono di trovare il denaro (attorno ai 5 miliardi) per il prestito-ponte che anticipa l’incasso della futura emissione della tranche senior della cartolarizzazione, con rating d’investimento e garanzia pubblica GACS. Il deconsolidamento delle sofferenze prevede una cessione da 9 miliardi e quindi entro il 31 dicembre devono garantire il loro ruolo anche i sottoscrittori delle tranche mezzanine (fondo AtlanteII-Quaestio), senior mezzanine e junior (BMPS). Se questa triplice operazione avrà successo (LME, aumento di capitale e prestito-ponte per cessione NPLs), il mercato l’anno prossimo giocherà ancora una grossa parte: le agenzie di rating dovranno dare le loro opinioni con investment grade sulla cartolarizzazione, il Tesoro dovrà rilasciare la garanzia GACS, gli investitori istituzionali dovranno sottoscrivere la tranche senior (così il veicolo salda il prestito-ponte). Il pagamento delle cedole e rimborso delle diverse notes della cartolarizzazione saranno dati dal recupero dei crediti sui NPLs e qui giocherà un ruolo decisivo il master servicer e i servicer specializzati in questa attività.

Se l’operazione di mercato non dovesse avere successo, le stesse identiche finalità (cessione NPLs e aumento di capitale) dovranno essere raggiunte dal Monte con il supporto di istituzioni italiane ed europee e garantendo la stabilità dell’intero sistema: il Tesoro si farà carico della ricapitalizzazione precauzionale, il burden-sharing con conversione forzosa dei subordinati in azioni e perdite anche per gli azionisti, eventuale rimborso dei clienti retail della banca “truffati”, la concessione di garanzie sui bond del Monte se necessaria, e un ruolo più attivo nello smaltimento dei NPLs. Il tutto sarà coordinato dal Tesoro con la Banca d’Italia che valuterà gli effetti del burden sharing sul sistema. L’operazione dovrà svolgersi in trasparenza e nel pieno rispetto delle regole europee, sotto l’occhio vigile della Bce per i requisiti patrimoniali del Monte, della DG competition sugli aiuti di Stato, e Bruxelles relativamente alla direttiva BRRD che tollera a fatica l’intervento pubblico straordinario senza bail-in.

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