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Allerta massima anche in Italia

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Allerta massima anche in Italia

  • –Marzio Bartoloni

La tragedia di Berlino fa scattare anche in Italia per l’ennesima volta l’allerta. Resta al livello 2, il più alto finora fissato dopo la strage del Bataclan a Parigi, quello che precede possibili e imminenti attacchi terroristici. Con il Governo impegnato ad adottare le prime contromisure e con lo stesso premier Paolo Gentiloni che ieri ha deciso di fare il punto sul livello di rischio che investe il nostro Paese incontrando i vertici dei servizi segreti di cui per ora mantiene la delega: a Palazzo Chigi in serata sono stati ricevuti il direttore del Dis, Alessandro Pansa, il direttore dell’Aise, Alberto Manenti, e il direttore dell’Aisi, Mario Parente. Oggi al Copasir sarà sentito in mattinata Manenti e nel pomeriggio Lorenzo Vidino, capo della commissione sul fenomeno della radicalizzazione islamica nominata quando il premier era Matteo Renzi.

Il timore concreto di atti emulazione dell’attentato che ha seminato la morte sui mercatini della capitale tedesca ha poi convinto il Viminale a rafforzare ancora di più le misure di sicurezza per il Natale. Potenziandole e aggiornandole al nuovo pericolo che proviene, come dimostrano gli episodi tragici di Nizza e Berlino, da Tir e mezzi pesanti lanciati su possibili facili obiettivi quali inermi cittadini. Tanto più che secondo le prime ricostruzioni il Tir che lunedì sera ha causato 12 morti sarebbe transitato il 16 dicembre scorso in Italia, a Cinisello Balsamo. Da qui la decisione di adottare una direttiva emessa ieri e indirizzata a tutti i prefetti d’Italia che di fatto li autorizza ad annullare, in casi di estrema necessità, feste, celebrazioni o eventi pubblici se questi non possono essere trasferiti o messi in sicurezza.

Prime misure, queste, scaturite da un incontro al Viminale, presieduto dal nuovo ministro dell’Interno, Marco Minniti, «a seguito dei recenti episodi verificatisi in campo internazionale», del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) al quale hanno partecipato i vertici nazionali delle Forze di polizia e dei servizi di intelligence. Perché come ha ripetuto per mesi Angelino Alfano quando era al Viminale e ha ribadito ieri come nuovo ministro degli Esteri nel corso di un incontro a Parigi con l’omologo francese, Jean-Marc Ayrault anche in Italia «non esiste rischio zero». Per Alfano «gli ultimi fatti di Berlino lo dimostrano». «Fin qui - ha continuato - i nostri sistemi antiterrorismo hanno dato una straordinaria prova di efficienza». Mentre il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha manifestato «un sentimento di tristezza e angoscia per gli attentati» oltre che una «grande apprensione» per l’italiana dispersa. In Parlamento Camera e Senato ieri hanno commemorato le vittime, con il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso convinto che i nuovi fatti tragici rappresentino un «monito» a puntare sulla prevenzione del terrorismo «che deve partire dalla ricerca di soluzioni a quei drammi internazionali da cui il fondamentalismo trae alimento e pretesto».

Nella direttiva inviata ieri a tutti i Prefetti e Questori il Viminale chiede esplicitamente in «di rafforzare i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone in occasione dello svolgimento di eventi o cerimonie previste per le prossime festività natalizie nonché verso luoghi che notoriamente registrano particolare afflusso di visitatori». In sostanza dovranno essere adeguate le cosiddette «misure di sicurezza passive», prevedendo la possibilità di utilizzare anche dissuasori, barriere new jersey e transenne, e valutare - nel caso non fosse possibile garantire la massima sicurezza - che alcune manifestazioni possano essere vietate o spostate in altro luogo. Nella riunione di ieri è stata presa anche la decisione di mantenere il «Casa» - il Comitato anti terrorismo - riunito in seduta permanente mentre i prefetti convocheranno, in ambito provinciale, riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza per valutare eventuali segnali di rischio e per predisporre misure di sicurezza idonee per gli eventi in programma.

È stata poi già confermata lo scorso 16 dicembre, nel corso dell’ultimo Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi al Viminale, la proroga di un altro anno dell’impiego del contingente dei 7.050 militari delle Forze armate nei servizi di vigilanza e di controllo del territorio e dei siti e obiettivi sensibili.

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