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Condivisione degli oneri, il principio da rispettare

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Condivisione degli oneri, il principio da rispettare

  • –Davide Colombo

roma

Se scatta il fallimento del mercato e deve intervenire lo Stato per risanare una o più banche in crisi, quest’operazione dev’essere effettuata nel pieno rispetto delle nuove regole europee che contemplano la condivisione degli oneri (burden sharing) da parte degli azionisti e degli obbligazionisti subordinati.

La disciplina sulla gestione delle crisi bancarie è stata modificata dai decreti legislativi 180 e 181 del 2015, che hanno dato attuazione in Italia alla direttiva europea sul risanamento e la risoluzione delle banche (Bank recovery and resolution directive, Brrd, deliberata dal Consiglio e dal Parlamento europei nel maggio del 2014). Questa direttiva era stata preceduta nell’agosto dell’anno prima da una Comunicazione della Commissione europea sul tema degli aiuti di Stato nel settore bancario in cui si stabiliva il principio secondo cui qualunque intervento pubblico nella gestione di una crisi bancaria dovesse essere preceduto dalla «condivisione dell’onere», appunto, da parte di azionisti e obbligazionisti subordinati della banca, un concetto analogo, anche se assai più ristretto, a quello di “bail-in”, entrato in vigore all’inizio di quest’anno.

Se dunque per Mps scatterà l’intervento pubblico scatterà, contemporaneamente, anche la conversione forzosa delle obbligazioni subordinate in azioni e verranno azzerati gli effetti delle conversioni volontarie fatti fino a ieri.

Ieri lo stesso Cda di Rocca Salimbeni ha precisato le conseguenza del «piano B». In caso di intervento pubblico «dovrebbero, di norma, essere esaurite tutte le misure che generano capitale, tra cui la conversione delle passività della banca (cosiddetto burden sharing o condivisione degli oneri)» si legge nel secondo supplemento al documento di offerta.

Le condizioni a cui avverrebbe la conversione forzosa non sono per il momento note. Nel supplemento di Mps ci si limita a dire che «potrebbero essere migliori, uguali o a anche peggiori (a seconda del titolo detenuto e dei criteri utilizzati per condividere gli oneri) rispetto alle condizioni riconosciute da Mps su base volontaria nell’ambito della presente offerta».

Insomma si vedrà dopo che il decreto «salva-risparmio» sarà varato e alla luce delle intese raggiunte con Bruxelles. Il decreto potrerà con sé anche modalità di ristoro per il pubblico retail penalizzato da casi di “misselling”, ma questa è un’altra partita. L’obiettivo raggiunto con il risanamento della terza banca del Paese (e probabilmente di altri istituti minori) resta in prima battuta nel rispetto pieno della logica del burden sharing: aiuto di Stato precauzionale e limitato al minimo necessario, con un coinvolgimento adeguato dei beneficiari dell’aiuto a sostenere i costi di ristrutturazione. Solo così, nella logica delle nuove regole europee, si garantisce la stabilità finanziaria senza generare distorsioni della concorrenza tra banche e negli Stati membri all’interno del mercato unico.

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