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Ad uccidere Amri un agente in prova

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la ricostruzione

Ad uccidere Amri un agente in prova

Ad uccidere il terrorista Anis Amri, questa notte intorno alle 3 a Sesto San Giovanni, popoloso comune subito a nord di Milano, è stato un agente in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni. Si chiama Luca Scatà, ha 29 anni ed è di origine siciliana. Era in pattuglia nella notte a Sesto San Giovanni insieme a Christian Movio, 36 anni, originario della provincia di Udine e colpito - come dichiarato dal ministro dell’Interno Marco Minniti «in parti non vitali. In questo momento è in ospedale ma non in pericolo di vita».

«La pattuglia era composta, oltre che dall’agente Movio, dall’agente Luca Scatà, che è rimasto illeso», ha aggiunto il ministro. Minniti ha contattato direttamente l’agente ferito facendogli gli auguri di pronta guarigione e così ha commentato l’operazione di stanotte: «si è svolta alle tre di notte in un centro importante del nostro paese, la si è fatta in totale sicurezza, nel senso che l'unico problema è stato per gli operatori di polizia».

«Questa notte alle tre del mattino a Sesto San Giovanni nel corso di normale attività di controllo del territorio una pattuglia della polizia di Stato ha fermato una persona che si aggirava con fare sospetto. Nel momento in cui è stato fermato, l'uomo, senza esitare, ha immediatamente estratto una pistola e ha sparato nei confronti dell'agente di polizia che gli ha chiesto i documenti». Secondo il dirigente del Commissariato di Sesto, Roberto Guida, avrebbe nel frattempo detto non «Allah Akbar», come si era sparsa la voce inizalmente, ma «poliziotti bastardi».

Minniti aggiunge: «Immediatamente la pattuglia ha reagito. La persona che ha aggredito la nostra pattuglia è stata uccisa». Anis Amri è rimasto steso sull'asfalto raggiunto da due colpi, di cui uno mortale all'altezza del costato, ed è morto dopo inutili tentativi di rianimarlo attestati dalla presenza di flebo al braccio e di un tubicino per l'ossigeno in bocca. Alcune immagini mostrano il tunisino con ferite da proiettili nella parte destra del costato; i sanitari gli hanno evidentemente aperto la felpa nera che indossava per prestargli le prime cure, che si sono però rivelate inutili.
Precisa la ricostruzione operata da Roberto Guida, vice questore aggiunto e capo del commissariato di Sesto San Giovanni: alle 3.08 del mattino la volante del commissariato, proprio davanti alla stazione ferroviaria di Sesto, vede «questa persona sospetta di origine maghrebina», spiega Guida. I due agenti fermano Amri, che è senza documenti ma «parla un buon italiano con accento straniero». Una volta chiesto di svuotare lo zainetto, il terrorista, tranquillo, estrae la calibro 22 «con mossa repentina e inattesa» e colpisce Movio alla spalla. Nonostante sia ferito, l'agente prova a tirare fuori la pistola, sparando un colpo, ma Amri è già dietro la volante per nascondersi e forse «riuscire a freddare gli agenti». A quel punto, il 29enne Scatà, agente in prova, fa il giro della macchina e risponde al fuoco, sparando due colpi. «L'esame autoptico ci dirà quale organo è stato colpito in modo mortale», conclude Guida.

L’agente ferito sotto i ferri per rimozione proiettile
L'agente Christian Movio presta servizio in Polizia dal 2008 ed è di Latisana, provincia di Udine. È stato trasportato all'ospedale San Gerardo di Monza ed è entrato in pronto soccorso intorno alle 4 del mattino, in codice rosso per una ferita da arma da fuoco alla spalla destra, riferiscono dall'Asst del capoluogo brianzolo. L'uomo è stato poi trasferito in codice verde in Ortopedia e traumatologia, dove è rimasto in osservazione prima dell'intervento per la rimozione del proiettile dalla spalla. L'operazione si è conclusa con successo. L'agente «sta bene ed è tranquillo, non è mai stato in pericolo», ha detto il dottor Giovanni Zatti, primario di Ortopedia del San Gerardo. Movio «sarà probabilmente dimesso domani, il colpo non ha compromesso la mobilità del braccio e potrà tornare al lavoro. È sempre rimasto cosciente», ha concluso Zatti. Fabrizio Sala, che la ha incontrato in ospedale, riferice che Movio ha detto: «Sono felice di essere stato utile in questo marasma che sta succedendo in Europa». «Il comportamento del mio collega di pattuglia è stato esemplare, ha reagito appena lui ha estratto la pistola dalla giacca e mi ha sparato. Io gli avevo appena chiesto di aprire lo zainetto. Il fermato ci ha detto anche di essere di Reggio Calabria», riferisce ancora Sala.

Amri è stato colpito a morte praticamente davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni. Sull'asfalto sono ancora evidente i segni dei rilievi degli investigatori. Degli abitanti in zona hanno riferito di aver sentito degli spari, di
essersi affacciati alla finestra e di aver visto l'uomo a terra mentre gli agenti cercavano di rianimarlo e un poliziotto che si teneva un braccio. (f.s.)

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