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Corruzione, Formigoni condannato a 6 anni

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Corruzione, Formigoni condannato a 6 anni

  • –Angelo Mincuzzi

Milano

Le tangenti non avevano l’aspetto di biglietti di banca ma di soggiorni di lusso nelle località esotiche, di crociere su yacht da favola, di cene in ristoranti stellati, di finanziamenti per i meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Otto milioni di euro, le cosiddette «altre utilità», finiti nella disponibilità dell'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in cambio di delibere favorevoli alla Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia e all’ospedale San Raffaele di Milano soprattutto per le prestazioni cosiddette non tariffabili. Formigoni è stato condannato ieri a sei anni di reclusione per corruzione dai giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano. È stato assolto, invece, «per non aver commesso il fatto» dall’accusa di associazione per delinquere contestata dai sostituto procuratori Laura Pedio e Antonio Pastore, che avevano chiesto la condanna a nove anni di carcere senza attenuanti.

Nei confronti di Formigoni, il Tribunale ha anche deciso la confisca di beni fino a un valore di 6,6 milioni di euro e lo ha interdetto per sei anni dall’esercizio dei pubblici uffici. Non basta. Insieme al presunto faccendiere Pierangelo Daccò e all’ex assessore alla Sanita della Regione Lombardia, Antonio Simone, Formigoni dovrà anche versare una provvisionale di tre milioni di euro alla Regione Lombardia, di cui è stato Governatore per 18 anni: si tratta di un acconto in attesa che un giudice civile stabilisca l'entità esatta del risarcimento.

«Ritengo ingiusta la sentenza e la impugnerò, convinto che la mia piena innocenza sarà alla fine riconosciuta», ha affermato il senatore dell’Ncd ed ex governatore in una nota. Formigoni si è detto «amareggiato ma sereno, una volta di più consapevole della assoluta correttezza del mio operato in tutti i lunghi anni di presidenza di Regione Lombardia». Poi ha aggiunto che mai in nessun modo «e in nessuna occasione, ho lasciato che interessi personali influissero sulle scelte di governo della cosa pubblica. Mai ho ricevuto vantaggi per piegare la mia attività di amministratore». Formigoni ha infine spiegato che «è stata condannata la persona di Roberto Formigoni, e sono veramente ansioso di conoscerne le motivazioni, dal momento che, come è noto a tutti, un presidente di regione, senza il concorso nell’azione di dirigenti, funzionari, assessori, nulla può mettere in atto, né di positivo né di negativo».

Il processo di primo grado si è chiuso con cinque condanne e cinque assoluzioni. Oltre a Formigoni, i giudici hanno condannato Daccò a 9 anni e 2 mesi di carcere (contro gli 8 anni e 8 mesi chiesti dai pm), condanna che si aggiunge a quella (definitiva) di 9 anni già incassata da Daccò per il crack dell’ospedale San Raffaele. Simone è stato condannato a 8 anni e 8 mesi. Condannati anche l’ex direttore finanziario della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino (7 anni) e l’imprenditore Carlo Farina (3 anni e 4 mesi). Sono stati assolti, invece, l’ex direttore generale dell’assessorato regionale alla Sanità, Carlo Lucchina, l’ex segretario generale del Pirellone, Nicola Maria Sanese, l’ex membro dei Memores Domini, Alberto Perego, e l’ex moglie di Simone, Carla Vites.

A Formigoni è stata sequestrata anche la quota del 50% della villa ad Arzachena, in Sardegna, il cui acquisto era stato uno dei punti al centro dell’inchiesta. Complessivamente sono 53,8 i milioni sequestrati dai giudici del Tribunale di Milano. L’accusa di associazione per delinquere ha retto solo per tre degli accusati: Daccò, Simone e Passerino. Sarebbero stati loro i componenti di quel sodalizio che avrebbe distratto complessivamente 70 milioni di euro - 61 dalle casse della Maugeri e 9 dal san Raffaele - tra il 1997 e il 2011.

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