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Raggi: «Se chiamano, pronta ad andare dai Pm»

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Raggi: «Se chiamano, pronta ad andare dai Pm»

  • –Manuela Perrone

ROMA

Si allontana a gennaio lo spettro di un avviso di garanzia alla sindaca di Roma Virginia Raggi per gli inciampi sulle nomine. La procura - che per ora ha aperto un unico fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati - prende tempo per ricostruire il quadro complessivo, dopo l’ultimo tassello della delibera dell’Anac sul conflitto di interessi di Raffaele Marra per la nomina del fratello, che Raggi ben conosceva e non si è adoperata a evitare. La sindaca - che ieri ha partecipato alla messa di Natale del Ceis, con tanto di stretta di mano e scambio di auguri con il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin - ha assicurato, forte del rinnovato sostegno dei vertici Cinque Stelle: «Se mi chiamano, sono pronta ad andare in procura». Ma non ha intenzione di mollare: «Stiamo lavorando affinché il 2017 sia un anno pieno di energie e novità».

Gli inquirenti passeranno al setaccio il pc e il telefonino dell’ex capo del Personale del Campidoglio: una mole di mail e chat che da un lato raccontano il rapporto «fitto e costante» con i vertici dell’amministrazione capitolina e dall’altro potrebbero rivelare lo stato dei rapporti tra le varie anime del M5S. Ieri è stato interrogato l’imprenditore Sergio Scarpellini, che ha fornito ulteriori chiarimenti sulle vicende corruttive per cui è in carcere il fedelissimo di Raggi. Entro oggi l’avvocato di Marra, Francesco Scacchi, presenterà istanza presso il tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento o la riduzione dell’ordinanza di custodia cautelare.

Beppe Grillo e Davide Casaleggio, dopo lo scoramento dei giorni scorsi e l’assedio intorno alla sindaca, dettano la linea: la macchina del comune deve ripartire nel più breve tempo possibile, rigenerata. Perché - è il ragionamento di queste ore - la capitale non si può abbandonare, quel 67% di cittadini che hanno votato M5S non capirebbe. Via le incrostazioni del “raggio magico”, dunque. Avanti, in posizioni chiave, i nomi indicati direttamente da Genova e da Milano. Largo alle modifiche del codice di comportamento: si va verso l’estensione ai sindaci e ai consiglieri di quello previsto per i parlamentari, che prevede l’obbligo di dimissioni soltanto in caso di condanna di primo grado. Una previsione in linea con quella messa nero su bianco nel contratto fatto firmare a Raggi e alla sua maggioranza prima delle amministrative di giugno, che però contempla anche l’ipotesi di rimettere ogni decisione al voto online degli iscritti in rete se «in seguito a fatti penalmente rilevanti» si viene iscritti nel registro degli indagati. Ma sembra sfumare l’ipotesi sospensione, ventilata ancora ieri dall’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, rimasto in sella dopo gli scontri con i consiglieri sullo stadio della Roma. Ospite di Otto e mezzo su La7, ha però aggiunto: «Penso che sia finito il rodaggio, dal primo gennaio si riparte». Battaglieri: se lo Stato non darà le risorse per la manutenzione della metro, «le linee A e B entro la primavera rischiano la chiusura».

Di fatto, Grillo e Casaleggio hanno scelto di mettere a tacere i crescenti mal di pancia dei parlamentari, molti dei quali definiscono «insostenibile» la situazione romana. Una mossa che ne contiene un’altra: sgravare Luigi Di Maio, che resta il candidato premier in pectore, dalle responsabilità che gli vengono attribuite. «Qualcuno sta usando Roma per tagliargli le gambe», si lascia scappare un deputato fedele.

Nella capitale, dunque, si tenta l’ennesima ripartenza. Mercoledì è partita la annunciata due diligence su tutti gli atti firmati da Marra. «Bisogna verificare se ci siano irregolarità», ha affermato il capogruppo M5S in assemblea capitolina, l’ortodosso Paolo Ferrara, suggellando il sostegno alla sindaca. «L’errore c’è stato, lo abbiamo ammesso. Il Movimento va avanti nei suoi principi di legalità. Raggi è completamente supportata da noi». Ieri la nuova assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, vicinissima a Grillo, si è presentata dal blog tracciando le linee direttive sui rifiuti: «Chiamiamoli materiali post consumo, perché possono diventare di nuovo risorse». Il Dg di Ama, Stefano Bina, indicato da Casaleggio e irritato dalle ingerenze dell’ex assessora Muraro, potrebbe rivedere la scelta di fare le valigie il 31 dicembre e partecipare alla selezione del nuovo Dg: la scadenza del bando è stata prorogata a domani. È un altro uomo di fiducia di Casaleggio, l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, a guidare ora la riorganizzazione della macchina amministrativa. Dopo indiscrezioni di stampa su un suo passato tentativo di investimento in Puglia con fondi Ue che non gli sarebbero spettati, ha affermato: «La macchina del fango è in gran spolvero e non poteva che toccare anche a me».

Ma le polemiche sulla giunta non si placano: è saltato il concertone di Capodanno al Circo Massimo perché l’unica offerta è stata ritirata e il Campidoglio non ha voluto procedere con l’affidamento diretto. E con un’ordinanza la sindaca, per motivi di sicurezza, ha decretato lo stop all’uso di petardi, razzi e fuochi artificiali dal 29 dicembre alle 24 del 1° gennaio. Con le opposizioni che insorgono. Giorgia Meloni (Fdi) ironizza: «Raggi come il Grinch: vuole rubare il Natale ai romani».

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