9/9 Bilancio pubblico
In tre anni fino a 582 milioni per gestire il nuovo debito
I 20 miliardi di debito aggiuntivo autorizzati dal Parlamento e scritti nel decreto sono «una tantum», e l’obiettivo è quello di recuperarne l’importo con la “restituzione” al mercato delle banche oggetto di salvataggio. La gestione delle emissioni, però, ha un costo, che secondo le indicazioni del decreto può arrivare fino a 582 milioni nel 2017-2019. A decorrere dal 2019, il costo massimo calcolato è di 290 milioni all’anno. Per coprirli, l’articolo 27 sulle «disposizioni finanziarie» che chiude il testo del decreto pesca stanziamenti da più fondi. Fra questi, si segnalano il fondo per gli interventi strutturali di politica economica e quello per le «esigenze indifferibili». A farne le spese sono anche singoli ministeri a cui vengono chiesti diversi accantonamenti. Il ministero delle Infrastrutture, per esempio, è chiamato a versare un obolo da 4 milioni all’anno dal 2018, quello della Salute si vede invece ridurre gli stanziamenti per 2 milioni già nel 2017 e 4 milioni annui dal 2018.
Efficacia: bassa
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