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Governo, il passo indietro di Zanetti: «Rinuncio a fare viceministro al Mef»

Enrico Zanetti, già deputato di Scelta Civica da luglio scorso transitato nelle fila dei verdiniani, indisponibile all'incarico di viceministro. Ad annunciare il passo indietro rispetto ad un ruolo già ricoperto nel Governo Renzi (al ministero dell'Economia, tra gennaio e dicembre di quest'anno) è lo stesso Zanetti, critico verso «l'atteggiamento incomprensibile» del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Che alla vigilia del Consiglio dei ministri da cui potrebbe uscire la squadra dei sottosegretari sembra intenzionato a fare a meno dei parlamentari di Denis Verdini nella squadra di Governo.

L’inutile attesa di un «chiarimento politico» con Gentiloni
«All'indomani della formazione del Governo - spiega l'esponente di Sc-Ala, il gruppo parlamentare da da ottobre riunisce verdinani e deputati di Scelta civica - i nostri gruppi parlamentari avevano chiesto al presidente del Consiglio Gentiloni un chiarimento politico sulla nostra piena partecipazione alla maggioranza di governo, per tenere fede all'impegno assunto con il capo dello Stato, durante le consultazioni, circa la nostra disponibilità a sostenere un governo in questa difficilissima fase di transizione. Abbiamo atteso pazientemente in queste settimane, ma nessun chiarimento politico è arrivato. È arrivata invece la proposta di confermare la squadra dei sottosegretari e dei viceministri, di cui faccio parte».

Garantito l’appoggio al governo sui provvedimenti «utili al Paese»
Un « atteggiamento incomprensibile», secondo Zanetti, che ha quindi escluso l’ipotesi di una sua riconferma come viceministro al ministero dell’Economia: «all'antipolitica delle conferme in blocco a prescindere, dei governi fotocopia dove l'unico che ha il coraggio di fare un passo indietro è Matteo Renzi, preferiamo la politica». Zanetti ha spiegato che è sua intenzione «continuare a lavorare sul piano politico e insieme agli amici di Scelta Civica e Ala per dare rappresentanza a quegli oltre tredici milioni e mezzo di italiani che il 4 dicembre scorso hanno votato Si al referendum costituzionale». «Come già abbiamo fatto in occasione del voto sulle banche, garantiremo il nostro appoggio al Governo sui provvedimenti che riterremo utili al Paese», conclude.

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