Italia

Mercato del lavoro, effetto trascinamento degli incentivi 2015

  • Abbonati
  • Accedi
l’analisi

Mercato del lavoro, effetto trascinamento degli incentivi 2015

È un mercato del lavoro allineato all’andamento del Pil, quello fotografato dalla prima nota congiunta del terzo trimestre pubblicata da ministero Lavoro-Istat- Inps e Inail, con un’occupazione che si è sostanzialmente stabilizzata a livello congiunturale ed è cresciuta a livello tendenziale, per effetto del trascinamento nei primi mesi del 2016 dei generosi incentivi fiscali previsti per le assunzioni stabili effettuate lo scorso anno. Il tasso di occupazione al 57,3% ci dice che il punto più basso della crisi è alle nostre spalle (55,4% del terzo trimestre 2013), ma che siamo ancora lontani dal 58,8% raggiunto nel secondo trimestre del 2008.

Del resto con un Pil nel terzo trimestre in aumento dello 0,3% ed un tasso tendenziale di crescita dell’1%, non c’è da aspettarsi miracoli, dal momento che la propensione delle imprese ad assumere è legata essenzialmente alle prospettive di crescita dell’economia. La decontribuzione piena dello scorso anno ha comunque aiutato le imprese. La crescita tendenziale dell’occupazione (+1,1% pari a 239mila occupati in più), infatti, è «quasi totalmente ascrivibile all’incremento di posizioni a tempo indeterminato, quelle registrate dall'Inps sono +457mila e tale incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016 ha avuto effetti duraturi di trascinamento nei trimestri successsivi».

A livello congiunturale, invece, tra il secondo e terzo trimestre 2016 l’Istat registra 66mila occupati dipendenti in più, che a fronte degli 80mila indipendenti in meno, portano il saldo occupazionale in negativo (-14mila). Incoraggiante il dato degli inattivi che in un anno si contrae sensibilmente (-528mila), mentre i disoccupati crescono (+132mila): la sfida sarà quella di riuscire a far incontrare domanda e offerta di lavoro attraverso le nuove politiche attive messe in campo con grande ritardo, che stanno decollando proprio in questi giorni.

Quanto al dibattito in corso sui voucher, è bene partire dai numeri dell’osservatorio che insieme al dato sui buoni lavoro venduti 109,5 milioni (+34,6% sul 2015), fornisce anche il dato su quelli riscossi per attività svolte nel 2015 (88 milioni), che corrispondono a 47mila lavoratori full time. In media si calcola che ciascun lavoratore abbia usufruito di 29 voucher l'anno, il 50% ha riscosso in media 217,50 euro netti.

Infine una considerazione finale: la pubblicazione della nota congiunta, attesa da diversi mesi, potrà contribuire a fare chiarezza sull'andamento del mercato del lavoro, visto che la diffusione di quattro diversi osservatori con platee di riferimento e metodologie di rilevazione differenti, poteva portare ad interpretazioni contastanti. Si tratta di un tema delicatissimo, valga come esempio il valore che negli Usa viene dato alle rilevazioni periodiche sull’andamento occupazionale. Resta da capire se, al netto dei ruoli istituzionali con Eurostat che obbligano l'Istat a svolgere l'indagine campionaria, gli altri soggetti proseguiranno con la diffusione periodica delle proprie rilevazioni, o meno.

© Riproduzione riservata