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Mattarella: lavoro problema numero uno. Voto strada maestra ma con…

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discorso di fine anno

Mattarella: lavoro problema numero uno. Voto strada maestra ma con regole chiare

Il senso di comunità come «forza principale dell'Italia», per risolvere il «problema numero uno del Paese, che resta il lavoro». Le elezioni «sono la strada maestra», ma «occorre che vi siano regole chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo secondo discorso di fine anno agli italiani, parla della necessità che «il Paese divenga sempre di più una comunità di vita» per affrontare importanti sfide, compresa quella della ricostruzione delle zone terremotate, che deve essere non solo delle case, ma anche e soprattutto della vita delle persone.

Sullo sfondo i simboli del terremoto
Proprio dalle zone del centro Italia colpite dal sisma arrivano gli unici due oggetti mostrati dal presidente durante il discorso: una tegola dipinta dai ragazzi dell'istituto comprensivo "De Gasperi" di Norcia e un quadretto, realizzato dai bambini della scuola di Acquasanta Terme, con su scritta una frase con la quale il Capo dello Stato ha chiuso il suo messaggio augurale.

Discorso di 16 minuti
Sintesi e sobrietà per un discorso durato 16 minuti (contro i quasi 19 dello scorso anno), ospitato in una "location" molto semplice scelta da Mattarella: un locale del belvedere inferiore del Torrino invece del salottino del suo appartamento al Quirinale. Vestito grigio, camicia bianca e cravatta blu per il presidente, che ha parlato seduto in poltrona, sullo sfondo una cassapanca, un abat jour, una stella di Natale e un quadro dai colori sfumati. Per la prima volta, le immagini del "set" e del backstage del discorso sono state mostrate in anteprima sui social network.

Paese sia sempre più comunità di vita
«Ho visitato, anche quest'anno, numerosi territori, ho incontrato tante donne e tanti uomini - ha detto il presidente - ho conosciuto le loro esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze». E «con tutti - ha aggiunto - ho condiviso sofferenze e momenti di gioia. Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più».
Mattarella ha poi espresso «vicinanza ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro», ma anche ai «ai nostri concittadini colpiti dal terremoto che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati» e che «non devono perdere la speranza». «Ci siamo tutti rallegrati perché i due fucilieri di Marina, Latorre e Girone, sono finalmente in Italia con i loro cari» ha aggiunto, esprimendo poi la «riconoscenza del Paese» alla Protezione civile, ai vigili del fuoco, alle forze di Polizia, ai militari e ai volontari.

Abbiamo vissuto molto momenti dolorosi
Il presidente ha ricordato la lunga lista di «momenti dolorosi» vissuti quest'anno. Dall'assassinio di Giulio Regeni, alla morte in Spagna delle ragazze dell'Erasmus, dalla strage di Dacca a quella di Nizza «con nostri connazionali tra le vittime». E ancora, dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto «che ha sconvolto le regioni centrali, provocando tanti morti». E «negli ultimi giorni - ha aggiunto - abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell'attentato di Berlino, così come era avvenuto l'anno scorso a Parigi per Valeria Solesin».

Problema numero uno è il lavoro
«Il problema numero uno del Paese resta il lavoro» ha detto poi il presidente, spiegando che «nonostante l'aumento degli occupati, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa». «Non potremo sentirci appagati - ha aggiunto - finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini».

Crescita ancora debole, contrastare evasione e corruzione
Sul fronte dell'economia, Mattarella ha sottolineato che «la crescita è in ripresa, ma è debole, il suo impatto sulla vita di molte persone stenta a essere percepito» e che «va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge».
Ha quindi sottolineato la necessità di «contrastare con fermezza» la «corruzione e l'evasione consapevole degli obblighi fiscali e contributivi» e ha posto l'accento sull'importanza di non sottovalutare «le difficoltà, le sofferenze di tante persone» che «vanno ascoltate e condivise». «Vi sono domanda sociali decisive per la vita di tante persone - ha aggiunto il capo dello Stato - come le lunghe liste di attesa e la difficoltà di curare le malattie, anche quelle rare, l'assistenza agli anziani, il sostegno ai disabili, le carenze dei servizi pubblici di trasporto».

Non ignorare temi dell'immigrazione
Anche ignorare i temi dell'immigrazione non aiuta l'accoglienza: «Dopo l'esplosione del terrorismo internazionale di matrice islamista - ha affermato Mattarella - la presenza di numerosi migranti sul nostro territorio ha accresciuto un senso di insicurezza. È uno stato d'animo che non va alimentato, diffondendo allarmi ingiustificati, ma non va neppure sottovalutato», perchè «non rendersi conto dei disagi e dei problemi causati alla popolazione significa non fare un buon servizio alla causa dell'accoglienza». E ha ringraziato le forze dell'ordine e i Servizi dell'informazione che «hanno operato con serietà e competenza - ha detto - perchè in Italia si possa vivere in sicurezza rispetto al terrorismo».

Stop all'odio come strumento di lotta politica
Il capo dello Stato ha sottolineato poi che «vi è un altro insidioso nemico della convivenza», «quello dell'odio come strumento di lotta politica». E «l'odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola». Ne è un esempio il Web, «strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze» ha detto Mattarella. Internet«è una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente».
Il presidente ha anche parlato del femminicidio, una «grave ferita inferta alla nostra convivenza» con «oltre 120 donne uccise, nell'anno che si chiude, dal marito o dal compagno. Vuol dire una vittima ogni tre giorni. Un fenomeno insopportabile che va combattuto e sradicato, con azioni preventive e di repressione».

Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Giovani via dall'Italia meritano rispetto
Nel suo messaggio augurale Mattarella si è poi rivolto ai giovani: «Molti di voi studiano o lavorano in altri Paesi d'Europa», una «grande opportunità» che però «deve essere una scelta libera». Perchè «se si è costretti a lasciare l'Italia per mancanza di occasioni - ha sottolineato - si è di fronte a una patologia, cui bisogna porre rimedio». E «i giovani che decidono di farlo meritano, sempre, rispetto e sostegno» ha detto il presidente.

Ue e migranti, serve solidarietà
Parlando della questione migranti, il capo dello Stato ha affermato che «l'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi» per« impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose». E dall'Europa, ha aggiunto «ci attendiamo gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all'asilo».
Un'Unione europea che, secondo Mattarella, non deve essere divisa: «Tante esperienze di giovani che condividono, con altri giovani europei, valori, idee, cultura - ha detto - rendono evidente come l'Europa non sia semplicemente il prodotto di alcuni Trattati».

Istituzioni siano a disposizione dei cittadini
Nel suo discorso Mattarella ha poi voluto sottolineare che le istituzioni « sono state concepite come uno strumento a disposizione dei cittadini» e che «sono i luoghi della sovranità popolare, che vanno abitati se non vogliamo che la democrazia inaridisca». E parlando del referendum dello scorso dicembre, ha affermato che «l'alta affluenza» è «segno di grande maturità democratica».

Elezioni strada maestra, ma servono regole chiare
Mattarella ha poi raccontato di aver ricevuto nei giorni scorsi «numerose lettere, alcune di consenso, altre di critica per le mie decisioni» sulla recente crisi di governo conclusasi con la formazione del nuovo esecutivo guidato da Gentiloni.
«Si tratta di considerazioni di persone - ha continuato il presidente - che avrebbero preferito nuove elezioni subito, a febbraio, per avere un nuovo Parlamento. Composto, ovviamente, dalla Camera dei deputati e dal Senato, secondo il risultato del Referendum». «N on vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra, ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria» ha precisato Mattarella, spiegando che «con regole contrastanti tra loro chiamare subito gli elettori al voto sarebbe stato poco rispettoso» nei confronti delle forze politiche che hanno
tutte chiesto una nuova legge elettorale e «contrario all'interesse del Paese. Con alto rischio di ingovernabilità».
«Risolvere, rapidamente, la crisi di governo era, quindi, necessario» ha spiegato, sottolineando che «occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge». E «queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale».

Solidarietà per realizzare sogno comune
Mattarella ha chiuso il suo messaggio augurale citando la frase scritta sul disegno donatogli nelle zone del terremoto dai bambini di Acquasanta Terme: «La solidarietà diventa realtà quando si uniscono le forze per la realizzazione di un sogno comune». «Vorrei concludere facendo mio questo augurio - ha detto il presidente - rivolgendolo a ciascuno di voi, perché i sogni dei bambini possono costruire il futuro della nostra Italia. Buon anno a tutti».

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