Italia

La possibile convergenza Pd-Lega-Ap sul Mattarellum

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

La possibile convergenza Pd-Lega-Ap sul Mattarellum

  • –Emilia Patta

ROMA

Ad agitare più di ogni altra cosa il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e tutti i big azzurri, per altro divisi tra di loro sul futuro del centrodestra e sull’alleanza con la Lega, è la prospettiva di un ritorno al maggioritario Mattarellum. Il sistema con cui si è votato dal ’94 al 2001 è stato rilanciato all’indomani della sconfitta referendaria da Matteo Renzi come unica soluzione per salvare il maggioritario in epoca di sopravvissuto bicameralismo paritario e di tripolarismo (d’altra parte, si fa notare ai piani alti di Largo del Nazareno, anche nel ’94 c’era il tripolarismo, con in campo i progressisti di Occhetto, il Partito popolare e il centrodestra di Berlusconi). Sì al Mattarellum per non morire “proporzionalisti” e per non tornare dritti dritti alla Prima Repubblica, insomma, che è invece proprio il progetto esplicito di Berlusconi: un sistema prevalentemente proporzionale, con governi che si formano in Parlamento dopo le elezioni, e con l’obiettivo finale di una grande coalizione alla tedesca tra Pd e Fi. Per Berlusconi un sistema proporzionale è in effetti l’unico che lo terrebbe in campo come ago della bilancia e l’unico che non lo costringerebbe all’alleanza con i “lepenisti” nostrani Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E le proiezioni fatte in questi giorni con il Mattarellum, che come si ricorderà era basato per il 75% su collegi uninominali e per il 25% su liste proporzionali, moltiplicano l’ostilità di Fi: la mappa dell’Italia a tre colori pubblicata ieri dal Sole 24 Ore con le proiezioni a cura di Roberto D’Alimonte consegna un Sud tutto a 5 stelle, un Centro Nord a netta prevalenza “rossa” e una piccola enclave del centrodestra nelle province più leghiste della Lombardia e del Veneto. In termini di seggi il centrosinistra (Pd+centristi di Alfano) ne prenderebbe 279, il M5S 274, il centrodestra (Fi+Lega+Fd’I) 69. Nessun polo, in ogni caso, avrebbe la maggioranza assoluta di 316 seggi, dovendo dunque cercare l’“integrazione” in Parlamento.

Con questi numeri si capisce l’agitazione di Berlusconi e dei big azzurri, il cui obiettivo è per altro anche quello di prolungare il più possibile la legislatura in modo da poter riorganizzare l’offerta politica del centrodestra. E si capisce anche l’attenzione di Renzi, incoraggiato dalle proiezioni di questi giorni, e dei democratici a lui vicini (i “giovani turchi” di Andrea Orlando e i franceschiniani sono invece favorevoli a un sistema su base proporzionale con premio di governabilità). In un momento in cui, per di più, il Mattarellum è rilanciato da un big assoluto del centrosinistra come Romano Prodi. Il vecchio sistema, che porta proprio la firma di Sergio Mattarella, avrebbe poi il non trascurabile vantaggio di venire incontro alla richiesta più importante del Capo dello Stato, ossia quella di avere un sistema omogeneo tra Camera e Senato come condizione per poter sciogliere le Camere. Se Renzi vorrà tentare il “blitz” sul Mattarellum con l’appoggio della Lega e di Fd’I, favorevoli al ritorno ai collegi, dovrà superare l’ostacolo dei centristi alleati di governo. È chiaro che il partito di Alfano scomparirebbe senza alleanze: per ottenerne il sì Renzi dovrebbe aprire allo schema coalizionale con candidati comuni almeno in una parte dei collegi o con accordi di desistenza. Ipotesi non del tutto remota (e d’altra parte anche D’Alimonte ha considerato nella sua proiezione il Pd alleato con i centristi), che potrebbe risultare più digeribile agli occhi degli elettori di sinistra del Pd se dall’altra parte l’alleanza fosse completata con il costituendo “partito” Pisapia-Boldrini. Resta da capire l’atteggiamento del M5S, formalmente contrario al Mattarellum pur essendone sulla carta il principale beneficiario: la scelta di un’opposizione “soft”, ad esempio, potrebbe incoraggiare ulteriormente Renzi.

I giorni di festa porteranno consiglio, in primis al segretario del Pd, e non è esclusa un’iniziativa democratica sulla legge elettorale alla riapertura delle Camere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA