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Rivolta nel centro, trasferiti 100 migranti

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Rivolta nel centro, trasferiti 100 migranti

roma

Sandrine Bakayoko, ivoriana di 25 anni, colpita da una trombosi polmonare è morta in una doccia del centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia. Ed è scattata la rivolta. Proteste anche a Verona con blocchi stradali di un gruppo di migranti contro le condizioni dell’ostello dove sono ospitati.

L’intervento degli agenti di polizia a Cona, senza l’uso della forza, ha rimosso lo sbarramento di un centinaio di immigrati che aveva sequestrato gli operatori della cooperativa di gestione del centro. La situazione è tornata sotto controllo. Ma la tensione è rimasta e si è moltiplicata all’esterno del centro fino a diventare un caso nazionale.

La ragazza è stata trovata nel bagno del campo, nel quale si era chiusa a chiave. «La causa della morte - ha chiarito il pm Lucia D’Alessandro - è stata accertata. Si tratta di una trombo-embolia polmonare bilaterale». Il pubblico ministero ha escluso ogni ipotesi legata a fatti violenti o a malattie virali. Né ci sarebbe collegamento con il fatto che circa un mese fa, come ha rivelato il sindaco di Cona, Roberto Panfilio, Sandrine avesse avuto un aborto, per il quale era stata seguita da personale medico. Cona è una frazione di 190 abitanti a fronte di un centro da 1.500 posti.

Il Viminale ha disposto per oggi il trasferimento di 100 dei migranti del centro di Cona in altre strutture di accoglienza in Emilia Romagna. Ma la polemica politica, nel frattempo, è esplosa. Il leader della Lega Matteo Salvini definisce i migranti che hanno causato i disordini «gentaglia» e sottolinea: «Quando sarò al governo, espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta, il 2017 sarà l’anno della riscossa!». Per il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona «devono chiudere». Zaia ha poi ricordato che bisogna «espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi».

Alla Lega replica Marietta Tidei del Pd: «I disordini avvenuti all’interno del centro di accoglienza di Cona vanno condannati perché ogni forma di violenza è ingiustificabile, ma con la stessa fermezza va condannata la riprovevole strumentalizzazione di Matteo Salvini, sempre pronto ad alimentare un pericoloso clima d’odio nei confronti dei migranti». Un appello a rivedere le strutture troppo grandi arriva da monsignor Giancarlo Perego della Cei: questi maxi-centri «sono ingestibili e quindi esplosivi» mentre occorre «un’accoglienza diffusa su tutto il territorio, con numeri ridotti, accompagnata e affidata a realtà qualificate e con il controllo delle comunità locali, cioè i Comuni».

Ieri il ministro dell’Interno Marco Minniti è volato a Tunisi in un viaggio di due giorni che lo porterà anche a Malta. Nella capitale dello stato nordafricano Minniti ha incontrato il collega Hedi Majdoub. In un comunicato del ministero dell’Interno tunisino è stato reso noto che al centro dei c

olloqui c’è stata la necessità di aumentare il grado di vigilanza delle frontiere, soprattutto quelle marittime con l’Italia, per prevenire ogni minaccia terroristica e ogni tentativo di immigrazione clandestina.

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