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Migranti, Bruxelles appoggia Minniti

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Attualità

Migranti, Bruxelles appoggia Minniti

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«Ho accolto con favore e supporto con forza l’ampia strategia politica del ministro Minniti sulle migrazioni». Con un messaggio su Twitter il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos ha ribadito ieri il sostegno della Commissione Ue al piano che sta portando avanti il Viminale. Tanto che è in agenda già giovedì prossimo, 12gabriell gennaio, a Roma un incontro tra Avramopoulos stesso e il ministro dell’Interno Marco Minniti.

L’Italia, come emerso dai dati dell’agenzia europea Frontex, resta uno dei fronti più esposti, con un record di arrivi nel 2016: 181 mila i migranti passati dalla rotta centro mediterranea l’anno scorso, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Bruxelles ha ribadito «l’obbligo legale» per gli Stati membri «di prendere tutte le misure necessarie per assicurare l’effettivo rimpatrio di chi non ha diritto di stare nell’Ue». Ricordando l’importanza di «velocizzare il processo delle richieste d’asilo e incrementare i rimpatri di chi non ha i requisiti per accedere alla protezione internazionale».

Le misure allo studio in Italia, secondo la Commissione, vanno nella direzione indicata. Tra i punti cardine del pacchetto congiunto cui lavorano i tecnici del ministero della Giustizia e del Viminale ci sono lo stop all’appello in caso di diniego dello status di rifugiato, la formazione di sezioni specializzate nei tribunali per velocizzare l’iter delle domande di asilo, i nuovi Cie e il rinnovo degli incentivi ai Comuni che accolgono.

Proprio la riapertura dei centri di identificazione ed espulsione è stata anche ieri al centro del dibattito politico. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, in due interviste al Giornale e a Qn, ha sottolineato: è «importante riaprire i Cie in numero sufficiente e in ogni regione. Si arriverà a una permanenza di un massimo di un anno in presenza di motivi di sicurezza pubblica». Sui rimpatri dei migranti che fanno ricorso per la negazione del diritto d’asilo, «la normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo». I Paesi d’origine non recepiscono le espulsioni perché «l’emigrazione è due volte vantaggiosa: decomprime la demografia e garantisce importanti rimesse di denaro», ha osservato Gabrielli. «Dunque occorre fare in modo che riprenderseli sia ancora più vantaggioso. Con quello che spende lo Stato per accoglienza, sanità e sicurezza, le risorse da distribuire a mo’ di incentivo non mancherebbero». In merito agli accordi bilaterali sugli espulsi e centri di raccolta dei migranti in nord Africa, ipotizzati da Minniti, «il governo sta lavorando seriamente su entrambi i fronti, e sono sicuro che a breve avremo importanti novità anche nel rapporto con la Libia». Ma il capo della polizia ha anche parlato del rischio di attacchi dell’Isis che corre l’Italia: «Lo dico in maniera molto cruda: prima o poi anche noi un prezzo lo dovremo pagare. Ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile», ma «noi dentro a quella minaccia ci siamo».

Gabrielli ha incassato il plauso del centrodestra. «Molto bene il prefetto Gabrielli sulla necessità di velocizzare l’iter dei ricorsi degli immigrati avverso i dinieghi dello status di rifugiato in modo da limitare la loro permanenza sul territorio italiano», ha detto la parlamentare di Forza Italia, Laura Ravetto.«Per provvedere alle espulsioni immediate come dichiarato da Gabrielli, Gentiloni trasformi subito la nostra proposta di legge depositata da anni in Parlamento in decreto. Basta commissioni prefettizie, competenza ai giudici di pace, salto della prima valutazione amministrativa e salto appello direttamente in Cassazione con possibilità di esecuzione immediata dell’espulsione. Il paese è a rischio attentati», hanno detto i presidenti dei gruppi parlamentari della Lega Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio. Mentre sui Cie Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario di Fare!. (ex Lega) ha attaccato il Carroccio: «Maroni inventò i Cie, Zaia ora non li vuole (nel 2011 era a favore), il Segretario della Lega Lombarda li vuole, Salvini no: che coerenza!».

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