Riapre l’ambasciata italiana a Tripoli. Lo riferiscono fonti della Farnesina spiegando che «domani è previsto che l’ambasciatore designato presenti le sue credenziali al governo libico». L’ambasciata italiana, aggiungono le stesse fonti, «sarà la prima ad operare in modo continuativo» nella capitale libica. Il nuovo ambasciatore italiano a Tripoli sarà Giuseppe Perrone. E presenterà le credenziali al nuovo Governo di unità nazionale presieduto da Fayez al Sarraj dopo i lavori di messa in sicurezza della nostra rappresentanza diplomatica.
Dopo due anni ritorna ambasciatore italiano a Tripoli. Grande gesto di amicizia verso popolo libico. Ora più controlli su partenze migranti.
– Angelino Alfano(angealfa)
Minniti a Tripoli: intesa contro trafficanti
La notizia arriva nel giorno della visita a Tripoli del ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha incontrato il presidente del consiglio presidenziale Fayez Mustafa Al Serraj, il ministro degli Esteri, M. Siyala e i membri del consiglio presidenziale, A. Maitig e A. Kajman. Una serie di faccia a faccia istituzionali che ha consentito la messa a punto di un progetto di memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione tra Italia e Libia contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani. Dopo i viaggi in Tunisia ed a Malta, Minniti punta diritto a quello che è il cuore del problema-immigrazioneDalla Libia, infatti, parte quasi il 90% dei migranti che approdano sulle coste italiane. Ma il Governo Serraj, appoggiato dall'Onu, non ha il controllo del territorio dilaniato dagli scontri tra milizie. Un contesto in cui i trafficanti di uomini prosperano finora indisturbati. E, dunque, l’efficacia di un piano di contrasto all'immigrazione illegale non può che passare dal rafforzamento delle entità statali della Libia.
Impegno congiunto contro immigrazione illegale
La missione in Libia, informa il Viminale, è stata l’occasione per l’avvio di una nuova fase di cooperazione tra i due Paesi, soprattutto con riferimento al settore migratorio, così come alla lotta alle organizzazioni criminali che sfruttano i migranti. Nel corso dell’incontro, è stato ribadito il sostegno pieno dell’Italia al governo di accordo nazionale e al ruolo della Libia nel contrasto al terrorismo sia a livello regionale che nazionale, in particolare nella regione mediterranea. È stato quindi espresso «l’impegno congiunto a lottare contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani ed è stata approfondita la questione della lotta all’immigrazione clandestina e del traffico di esseri umani sulle quali è stato concordato un progetto di memorandum d’intesa per l’esame congiunto in preparazione della sua approvazione.
Inoltre, Minniti e Al Serraj hanno confermato l’impegno di affrontare insieme i problemi dei due Paesi come il contrabbando in tutte le sue forme e la protezione dei confini con particolare riferimento ai confini del sud della Libia. L’Italia è pronta ad assistere la Guardia costiera e la Marina libiche fornendo 10 motovedette; inoltre, sulle navi della missione Europea EunavforMed (a guida italiana) si stanno addestrando dallo scorso ottobre 78 addetti libici, mentre altri 500 si stanno formando a terra. L’obiettivo è arrivare entro l’estate ad un pattugliamento congiunto in mare nelle acque libiche, come auspicato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Le richieste di Tripoli
Tripoli ha anche chiesto sostegno per poter organizzare voli di rimpatrio dei migranti che, se si arrestano le partenze via mare, resterebbero ammassati nel Paese. Sono centinaia di migliaia, stipati in centri in condizioni estremamente degradate. Ed un aiuto è stato sollecitato anche per la protezione dei confini meridionali: migliaia di chilometri di deserto attraversati dai disperati dell’Africa subsahariana. A riguardo il vecchio memorandum d’intesa sottoscritto all'epoca dal Governo Berlusconi e da Gheddafi prevedeva la fornitura di un sistema radar per il controllo delle frontiere da parte di Selex. Nonchè il contributo italiano alla realizzazione di alcuni centri di accoglienza in territorio libico. Insomma, i temi sono sempre quelli: l'Italia dà aiuti e la Libia blocca le partenze. Ma oggi non c'è Gheddafi, nè una figura che possa unificare le diverse fazioni del Paese. Il percorso della nuova collaborazione tra i due Paesi non si annuncia quindi facile.
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