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Costruzioni, Ance: +0,8 investimenti nel 2017. «Potrebbe essere svolta»

Mini-ripresa del settore delle costruzioni nel 2017, +0,8% in valori reali rispetto allo scorso anno, dopo il modesto +0,3% registrato nel 2016 e dopo il -35% reale perso nel periodo 2008-2015. Sono queste le analisi del Centro studi Ance (Associazione nazionale costruttori edili) rivelate questa mattina a Roma nell’Osservatorio congiunturale annuale. Una debole ripresa, dunque, che sarà trainata in buona parte dalla spinta alle opere pubbliche data dal governo Renzi con l’aumento dei fondi statali del 23% nell'ultima legge di bilancio (fondo infrastrutture da 1,9 miliardi nel 2017 e ricostruzione post-terremoto) e con la spinta, sempre con la legge di bilancio, al recupero edilizio privato grazie alla proroga e rafforzamento dei bonus fiscali per le ristrutturazioni, il risparmio energetico e la messa in sicurezza anti-sismica. L’Ance prevede per i 2017 un +1,9% reale per le opere pubbliche e +1,4% per la manutenzione straordinaria delle abitazioni.

Le previsioni dell’Ance restano comunque più prudenti di quelle del governo, che nell’aggiornamento al Def di fine settembre prevedeva una stasi degli investimenti in costruzioni nel 2016 (+0,6% in linea con il +0,3% dell’Ance), ma poi un boom al +2,9% nel 2017 e ancora meglio +3,9% nel 2018, grazie alle misure poi messe nella legge di bilancio, e rispetto ad andamenti tendenziali che il Mef calcolava in +1,0% nel 2017 e +2,2% nel 2018. Previsioni più generose per il settore delle costruzioni anche dal Cresme, che nell’Osservatorio di ottobre calcolava l’inizio della ripresa già nel 2015 (+0,9%), rafforzata a +2,2% nel 2016 e prevista a +2,6% quest’anno. Gli analisti dell’Ance citano però i dati sull’occupazione, i prestiti alle imprese di costruzione, i dati Istat sul settore, ancora tutti negativi. E l’«indagine rapida» condotta su imprese associate, ancora in prevalenza molto prudenti.

Per l’occcupazione l’edilizia - spiega l'Ance - è, nei primi nove mesi del 2016 l’unico comparto produttivo a segno negativo (-4,9%). Dal 2008 i posti di lavoro persi sono 600mila (su circa due milioni iniziali). Ancora chiusi anche i rubinetti del credito: nei primi nove mesi del 2016 i flussi di finanziamento delle banche registrano un -4,3% nel comparto abitativo e -14,1% nel non residenziale. Ancora in calo la nuova edilizia residenziale: gli investimenti, anche per il 2016, in tale comparto si riducono del 3,4%. Per l’Ance, comunque, il 2017 «potrebbe, finalmente, rappresentare la svolta per il settore delle costruzioni». La previsione, infatti, è di un aumento dello 0,8% degli investimenti in costruzioni. Un dato che corregge al rialzo le previsioni fatte dallo stesso Ance a luglio dello scorso anno, che per il 2017 indicavano una flessione dell’1,2%.

Nel 2017 l’Ance prevede una crescita reale dell’1,4% per il recupero abitativo, vera locomotiva del settore con un valore pari al 37% degli investimenti totali. Una lieve ripresa dello 0,8% nel non residenziale privato (uffici, centri commerciali, edilizia industriale), ma ridimensionato a +0,3% nelle previsioni 2017. Bene le opere pubbliche, che dopo aver perso il 48% del loro valore tra il 2008 e il 2014 recuperano l'1,9% nel 2015 e poi si rifermano nel 2016 (+0,4%) e riprendono la crescita nelle previsioni Ance 2017 (+1,9%).

Al miglioramento delle previsioni Ance per il settore delle costruzioni (+0,8% nel 2017 rispetto al -1,2% previsto nel luglio scorso) «ha contribuito - spiega l’associazione costruttori - la legge di bilancio 2017, che dà grande attenzione all’edilizia con misure relative al rilancio degli investimenti infrastrutturali e al rafforzamento degli incentivi fiscali esistenti, in particolare per gli interventi di messa in sicurezza sismica (detrazione fino all’85%) e di efficientamento energetico». Tra le misure contenute nella legge di Bilancio, grandi attese provengono per l’Ance dall’aumento delle risorse stanziate per le opere pubbliche: +23,4% nel 2017 rispetto all'anno scorso. Il maggiore contributo a questo aumento viene dal fondo infrastrutture della presidenza del Consiglio (1,9 miliardi nel 2017 e 8,5 nel triennio) e dalle risorse per la ricostruzione delle zone terremotate del Centro Italia.

Tuttavia secondo l’Ance «per garantire che nel 2017 si concretizzi la ripresa sono necessarie alcune condizioni». Per quanto riguarda «Casa Italia», occorre secondo l’Ance varare al più presto il decreto del Mit sulla classificazione sismica degli edifici per rendere pienamente utilizzabili gli incentivi fiscali sull’antisismica (fino all'85% per i condomini) contenuti nella Legge di bilancio. E poi rendere effettivamente possibile la cessione a terzi dei crediti fiscali derivanti dagli interventi di messa in sicurezza. L’Ance chiede inoltre nuove misure per spingere la rigenerazione urbana: 1) estensione della detrazione Irpef agli interventi di demolizione e ricostruzione anche ove comprendano aumenti di volume; 2) introdurre agevolazioni fiscali ai trasferimenti di aree per facilitare l'avvio di programmi di edilizia residenziale; 3) prevedere una detassazione dei dividendi delle persone fisiche che investono in progetti di rigenerazione urbana.

L’Ance chiede inoltre di prorogare la detrazione del 50% dell’Iva pagata sull’acquisto di case in classe A e B per almeno un triennio; e di incentivare la rottamazione delle abitazioni detassando le permute di case energivore e obsolete tra privati e imprese che si impegnano alla loro riqualificazione. Per migliorare l’accesso al credito delle imprese di costruzioni, «è necessario - sostiene inoltre l’Ance - che la riforma del Fondo di Garanzia per le Pmi entri in vigore nel più breve tempo possibile. Serve un nuovo rapporto banca-impresa con criteri condivisi per la presentazione e la valutazione dei progetti».

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