Il 2016 chiude con una richiesta di cassa integrazione da parte delle imprese di quasi 582 milioni di ore (il 2015 aveva chiuso a 683 milioni di ore). Guardando al solo dato numerico siamo, nei fatti, tornati agli anni pre-crisi, ma, se si scende un po' più nel dettaglio dei dati, il nostro mercato del lavoro non sta meglio, continuando a vivere ancora una fase di luci e ombre.
La Cigs è sempre elevata
Intanto, la Cassa integrazione straordinaria complessiva (la Cigs, per crisi aziendali più complicate) resta sostanzialmente ai livelli del 2015 (387 milioni di ore lo scorso anno, contro i 400 milioni dell'anno precedente, -3,3 per cento), e nell’industria è addirittura in lievissima crescita (+0,89 per cento), a testimonianza della persistenza, purtroppo, di difficili piani di riorganizzazione e riconversione ancora in atto, specie nel settore manifatturiero (la Cigs infatti aumenta essenzialmente tra gli operai). Il dato della Cigo (la cassa ordinaria, per difficoltà temporanee) è poco significativo perché risente dei blocchi amministrativi dei mesi scorsi. Stesso discorso per la Cig in deroga (qui i finanziamenti arrivano col contagocce), e peraltro da gennaio questo strumento non esiste più.
Migliorano edilizia e tiraggio
Certo, l’edilizia sta migliorando (-36,28 per cento di ore di Cig autorizzate dall'Inps), e il tiraggio, vale a dire l’utilizzo effettivo delle ore di cassa, si ferma al 34,56 (nel 2015 si attestava al 53,01 per cento).
Nei territori a macchia di leopardo
Il punto è che, nei territori, questa debolissima ripresa economica è disomogenea: e in alcune regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, la Cigs continua a salire. Il Nord-Est sembra andare meglio. Va anche detto che con il Jobs act l’attivazione di cassa integrazione è più onerosa per le aziende, e quindi il suo utilizzo mette a nudo le difficoltà serie che stanno passando alcune imprese.
Attuare le proposte delle parti sociai
Il tema delle crisi aziendali deve, quindi, tornare subito nell’agenda di governo: qui c’è un documento congiunto Confindustria-sindacati di settembre scorso che affronta l’argomento con una serie di proposte concrete. Ebbene, l’esecutivo l’ha attuato in minima parte. Bisogna adesso accelerare.
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