Italia

Stalle ko, danni per 300 milioni

  • Abbonati
  • Accedi
terremoto

Stalle ko, danni per 300 milioni

Abruzzo, raccolta del latte in tilt per il crollo delle stalle
Abruzzo, raccolta del latte in tilt per il crollo delle stalle

Morire per salvare i propri animali. È successo all’anziano allevatore abruzzese. È anche questo il volto delle realtà agricole delle zone dell’Abruzzo, delle Marche e del Lazio piegate dalla neve e squassate dal terremoto. Secondo l’ultima ricognizione della Coldiretti sono più di tremila le aziende agricole e soprattutto le stalle sepolte da neve e macerie. Una conta dei danni per ora è impossibile, dice il ministero delle Politiche agricole. Intanto il ministro Martina è al lavoro con gli assessori delle regioni colpite e si prepara a chiedere a Bruxelles l’allargamento immediato delle zone dove intervenire con aiuti per mancato reddito, puntando anche sull’estensione dell’autorizzazione Ue a pagare gli anticipi dei Piani di Sviluppo Rurale, e lunedì incontrerà il commissario Ue all’agricoltura, Phil Hogan.

La Coldiretti azzarda 300 milioni di possibili danni, ma i numeri allo stato attuale, precisa, sono davvero tutti da verificare. Le stalle sono il tallone d’Achille dei comuni rurali che hanno nella zootecnia la principale fonte di reddito. Per ora mancano all’appello oltre 100 capi, bovini e ovini, ma - dice la Coldiretti - gran parte delle stalle non è stata ancora raggiunta. Si parla di più di 600 capi sepolti. Le costruzioni che erano riuscite a stare in piedi, anche se precarie, e ricoverare gli animali sono state messe ko dalle nuove e continue scosse e hanno travolto il bestiame. E quelle stalle che invece hanno tenuto sono spesso irraggiungibili («i soccorsi passano - denunciano gli allevatori - ma noi veniamo bloccati») e dunque i capi sono senza foraggi e mangimi. Condannati così a morire. Scarseggia anche l’acqua a causa del gelo delle tubature. Una pesante emergenza per gli allevamenti che si sono salvati è la raccolta del latte che rischia di finire al macero anche per il black out elettrico che non ne consente la conservazione. E così va in crisi tutta la filiera agroindustriale fatta di caseifici e salumifici che sostengono l’economia di quelle zone. «I nostri camion con un carico di 300 quintali raccolti dagli allevatori dell’Abruzzo e del Lazio sono bloccati da due giorni sulla strada statale - spiega Carlo Catanossi, direttore di Grifo, la coop che raccoglie il latte dalle aziende di Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche - e così rischiamo di perdere la produzione dei nostri associati (raccogliamo tra l’altro il 50% del latte di Amatrice), allo stesso modo non riusciamo a consegnare i prodotti finiti. Dalle prime scosse di agosto la nostra cooperativa, che lavora ogni giorno oltre 2.300 quintali di latte, ha perso 800 milioni».

Dalla ricognizione nei comuni colpiti, secondo Catanossi, che conosce uno per uno gli allevatori che conferiscono alla coop Grifo, i danni maggiori si sono verificati nelle stalle marchigiane. Ad Amatrice il montaggio dei tendoni era ultimato. E molte delle stalle crollate erano state svuotate. Diversa la situazione nel Maceratese dove le strutture non sono arrivate. Le due stalle crollate erano infatti già lesionate. E non mancano le polemiche. La Coldiretti delle Marche denuncia infatti che le due aziende erano da cinque mesi in attesa del modulo promesso dalla Regione. Solo nelle Marche c’è un’area con circa 900 aziende agricole impegnate nell’allevamento dei bovini da carne, anche della pregiata razza marchigiana oltre a mucche da latte e pecore. E nei piccoli centri arroccati sulle montagne l’allevamento è spesso l’unica fonte di sopravvivenza e anche la ristorazione è strettamente agganciata alle produzioni tipiche locali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA