Continuano senza sosta le ricerche sotto la neve e le macerie dell'hotel Rigopiano a Farindola, in provincia di Pescara, travolto mercoledì scorso da una valanga. I vigili del fuoco hanno individuato ed estratto nel pomeriggio di oggi il corpo di una donna: è la settima vittima. Il cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar. Ieri sera i soccorritori hanno trovato la sesta vittima, un uomo ancora da identificare, mentre le autorità hanno aggiornato il numero dei dispersi: c'è anche un giovane senegalese che lavorava nel resort. Considerato il corpo ritrovato ieri, dunque, il bilancio provvisorio del disastro è di 11 sopravvissuti, 7 morti e 22 dispersi .
Ancora due bambini in ospedale
Nel pomeriggio hanno lasciato l’ospedale anche Giampiero Parete, uno dei due scampati alla valanga perchè si trovava all’estero dell’hotel al momento dell’impatto, insieme con la moglie Adriana Vranceanu e i due figli, Ludovica, 6 anni, Gianfilippo, 8, ritrovati nei giorni scorsi sotto le macerie. Dimessa anche Francesca Bronzi, fidanzata di Stefano Feniello, ancora disperso. In ospedale restano i due bambini Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo, mentre degli adulti è rimasto solo Giampaolo Matrone, sottoposto a intervento chirurgico al braccio destro mercoledì.
«Le operazioni procedono ed intanto è diventato operativo il sistema di allarme per sorvegliare le valanghe e per tutelare la sicurezza operatori. Ci saranno anche delle piccole esercitazioni» ha detto il direttore dell'Ufficio emergenze del Dipartimento della Protezione civile, Titti Postiglione, parlando dalla Dicomac di Rieti.
Intanto il presidente della provincia di Pescara, Antonio Di Marco, risponde alle polemiche sulla mail inviata dall'hotel prima della tragedia: «Nessuna l'ha sottovalutata», con i soccorsi «non ci siamo mai fermati, per me è una mail ininfluente».
Il papà di uno dei dispersi: i morti sono stati uccisi
«Quelli che sono morti sono stati uccisi, quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello». Così il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi dell'hotel Rigopiano e fidanzato di Francesca Bronzi, salva e ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, che si è sfogato con i giornalisti, è «delle autorità».
"Hotel costruito su detriti e valanghe"
L'hotel Rigopianosarebbe stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti compresi quelli da valanghe. Lo testimonia la mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo sin dal 1991, ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale. I documenti sono stati evidenziati dal Forum H2O Abruzzo. In pratica il resort è sorto su resti di passati eventi di distacco provenienti dal canalone sovrastante la montagna. Secondo quanto documenta il Forum H2O la mappa evidenzia nel sito 'conoidi di deiezione', ossia «un'area rialzata formata proprio dai detriti che arrivano dal canalone a monte dell'albergo. Insomma, come stare proprio lungo la canna di un fucile che poi è stato caricato ed ha sparato». La mappa regionale, del Piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico del 2007 che conferma quella del 1991, è la 350 Ovest rintracciabile sul sito della Regione.
Ricerche senza sosta
Le operazioni di ricerca dei dispersi sono proseguite incessanti nonostante la nebbia e la pioggia che indurisce la neve. Due i fronti dell'enorme valanga - che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio - sui quali si sta lavorando. Da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l'albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell'hotel; intanto si lavora sul muro di neve all'esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga.
Al di là di ogni sforzo e di ogni precauzione, quella dei soccorritori - che anche il Papa ha spronato ad andare avanti - resta comunque una corsa contro il tempo, perché ogni ora che passa si affievoliscono le possibilità di trovare persone in vita. Le previsioni, inoltre, continuano ad essere pessime: domani e dopodomani è prevista ancora pioggia e, ai 1.200 metri dell'hotel, neve. Una situazione che potrebbe aggravare un quadro già molto compromesso.
Settima vittima accertata
La notizia della settima vittima accertata, una donna, è giunta questo pomeriggio, mentre pomeriggio di ieri è giunta la notizia della sesta vittima, un uomo. Il corpo non è stato però recuperato. Ci sono attualmente 22 dispersi, perché ieri si è aggiunto il nome del senegalese Faye Dame, un migrante regolare di circa 30 anni che lavorava nell’hotel. Della sua presenza avrebbe parlato una coppia che era riuscita a lasciare lalbergo il giorno prima del disastro ed è stata confermata da un’amica.
Trovati vivi tre cuccioli nell'albergo
E mentre si continua a scavare, sono stati ritrovati vivi i tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupo: i carabinieri forestali li hanno scovati in buono stato tra le macerie dell’hotel Rigopiano. I genitori si erano salvati dal crollo ed erano scesi più a valle nei giorni scorsi.
Mail hotel «ininfluente»
La Provincia di Pescara alle 7,00 del 18 gennaio - qualche ora prima del sisma - sapeva che Rigopiano era isolata, che un semplice spazzaneve non sarebbe potuto arrivare, e che per raggiungere a struttura sarebbe servita una turbina. L'informazione era arrivata da chi era sulle strade a pulire dalle 3 della notte. Queste informazioni sono nel fascicolo d'inchiesta condotta dalla Procura di Pescara per disastro e omicidio plurimo colposo.
Il presidente della provincia Di Marco ha visto materialmente la mail dell'hotel Rigopiano delle 14.00, nelle quali si chiedeva l'intervento 'pesante' per liberare i clienti, il giorno dopo, 19 gennaio. «Nessuno l'ha sottovalutata per il semplice motivo che io alle 14,00 avevo incontrato la sorella dei proprietari e avevo dato loro rassicurazioni che entro la serata sarebbe andata una turbina a liberare la strada. Era superata - dice Di Marco - Ma ai fini dell'emergenza io alle 13,30 avevo già spedito la lettera al Governo nella quale richiedevo aiuto e mezzi per liberare anche quelle zone. Per me è una mail ininfluente: non ci siamo mai fermati». «Quanto alla turbina dell'Anas di Penne, quella che poi ha materialmente liberato la strada di Rigopiano nella notte - continua il presidente della provincia - nel pomeriggio non era ferma ma stava ripulendo la
ss 81 che è di competenza dell'Anas, così come la seconda turbina Anas in quelle ore era a Villa Celiera per salvare anziani intossicati dal monossido di carbonio».
Iniziate le prime autopsie
Intanto sono iniziate le prime autopsie: il team dei medici legali si è allargato. Insieme al dottor Ildo Polidoro ecco anche Cristian D'Ovidio, l'anatomopatologo del caso Morosini, il calciatore del Livorno morto sul campo a Pescara. Per Gabriele D'Angelo e Alessandro Giancaterino - il cameriere e il maitre dell'hotel tra le vittime del disastro - le prime indicazioni parlano di concause: traumi e freddo.
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