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Orfini: «D’Alema aiuta gli avversari del Pd, faccia…

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L’assemblea degli amministratori Pd a Rimini

Orfini: «D’Alema aiuta gli avversari del Pd, faccia autocritica»

Il presidente Pd Matteo Orfini  (Ansa)
Il presidente Pd Matteo Orfini (Ansa)

«Ieri Massimo D’Alema ha detto che ora arrivano i riservisti, che sono pronti a dare una mano. Ora, a noi serve il contributo di tutti. Ma siamo un partito strano perché siamo l’unico partito in cui i riservisti invece di dare una mano al partito vengono chiamati in guerra e danno una mano all’esercito avversario. Si è chiusa con un duro attacco a D’Alema del presidente del Pd, Matteo Orfini, la convention di Rimini degli amministratori dem.

Il dibattito sul passato è surreale
«Sarebbe carino e intellettualmente onesto - ha detto ancora Orfini - che chi in passato ha avuto più di un'occasione per cambiare questo paese, prima di alzare il ditino almeno spendesse trenta secondi per fare autocritica». E mentre dai microfoni della trasmissione “In 1/2 ora” il presidente della Puglia, Michele Emiliano ha dichiarato che «si può perfino arrivare alle carte bollate per obbligare» Renzi a fare il congresso, Orfini da Rimini ha osservato che il «dibattito sul passato è surreale, si rimpiangono le stagioni, capisco l'Ulivo, meno l'Unione. Le difficoltà del nostro paese non nascono con il governo Renzi ma vengono dal passato, per 20 anni l'Italia è stata governata e non solo da Berlusconi».

Il segretario del Pd Matteo Renzi all’assemblea degli amministratori Pd di Rimini (LaPresse/Massimo Paolone)

La presenza di Speranza a Rimini mantiene un filo con la comunità
Chiudendo i lavori dell’assemblea degli amministratori dem Orfini ha detto che la presenza di Roberto Speranza a Rimini «è stato un gesto importante, che segna la volontà, nonostante le divisioni, di non disperdere un filo di comunità».

Senza riforma elettorale c’è il voto
«La legislatura è finita il 4 dicembre», ha rivadito Matteo Orfini. «Visto che è così - ha detto - proviamo a fare nel minor tempo possibile la legge elettorale. Altrimenti se non ci riusciamo non ha senso andare avanti. C’è il voto. C’è la democrazia». Ha ricordato di aver proposto «modifiche veloci e se non si riesce il voto. Noi abbiamo già alle spalle ampie larghe intese, io vorrei metterle alle spalle. Se non si riesce a fare modifiche non c'è contraddizione tra proporzionale e vocazione maggioritaria: ti confronti e aggreghi sul tuo progetto, il progetto non è un listone impapocchiato ma la sfida agli avversari con il proprio progetto politico». E ha sottolineato che «una grande forza come questa non può chiudersi nelle istituzioni per paura del giudizio di chi vuole rappresentare, non può arressagliarsi nelle istituzioni. Perché lederebbe le ragioni costitutive del Pd. Ci chiamiamo partito democratico e un partito che si chiama così non può considerare la democrazia un rischio». (N.Co.)

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