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Strage di Viareggio, la ricostruzione di un disastro con 32 vittime

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scheda

Strage di Viareggio, la ricostruzione di un disastro con 32 vittime

(Archivio Ansa)
(Archivio Ansa)

La strage di Viareggio resta uno dei più grandi disastri ferroviari italiani degli ultimi 50 anni.

Il 29 giugno del 2009, alle 23.48, un treno merci con 14 cisterne cariche di gpl deragliò, per la rottura di un asse, mentre attraversava la stazione di Viareggio, nel centro abitato della cittadina toscana. Quattro cisterne si ribaltarono, in una si aprì uno squarcio di 40 centimetri da cui uscì il gas. Tre minuti dopo le esplosioni. Le abitazioni di due strade, via Ponchielli e via Porta Pietrasanta, vennero investite dal fuoco.

Nella devastazione del quartiere morirono 32 persone, i feriti furono 25.
Nel dicembre 2010 la Procura di Lucca avanzò la richiesta d'incidente probatorio e indagò 38 persone, tra cui l'allora ad della holding Fs, Mauro Moretti, e gli ex ad delle controllate Rfi (reti) e Trenitalia (trasporto), Michele Elia e Vincenzo Soprano. Nel dicembre 2012 fu presentata la richiesta di rinvio a giudizio per 33 persone fisiche e nove società, con le ipotesi di reato di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose.

Il processo è stato lungo - più di 140 udienze con i familiari delle vittime sempre presenti, le magliette bianche con le foto dei morti appoggiate sulle sedie vuote delle prime file nell'aula del Tribunale di Lucca allestita nel polo fieristico fuori città - e si è incentrato sulla rottura dell'asse del carro cisterna per il trasporto del gpl, carro che Fs aveva preso in affitto dall'austriaca Gatx; la manutenzione era stata effettuata dall'officina Jungenthal di Hannover (controllata Gatx) e poi dalla Cima riparazioni, officina di Bozzolo (Mantova) certificata Db (ferrovie tedesche) e Trenitalia, l'ultima a maneggiare il carro il cui assile ha poi ceduto all'ingresso nella stazione di Viareggio. Sicurezza e prevenzione sono stati i temi al centro del processo, con le Ferrovie italiane chiamate a spiegare perché quel carro era stato dichiarato sicuro per viaggiare.

Il 20 settembre 2016 sono arrivate le richieste di condanna dei pubblici ministeri, 250 anni per 33 imputati. Dopo sette anni e sette mesi dalla tragedia, la sentenza di primo grado.

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