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Il risparmio, il nervo scoperto su cui il Pd di Renzi continua a farsi del…

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Il risparmio, il nervo scoperto su cui il Pd di Renzi continua a farsi del male

Matteo Renzi nella sede del Partito Democratico in una recente immagine d'archivio. (ANSA/ANGELO CARCONI)
Matteo Renzi nella sede del Partito Democratico in una recente immagine d'archivio. (ANSA/ANGELO CARCONI)

Se c’è stato un momento in cui il Governo Renzi ha cominciato la sua discesa di popolarità è stato quello della crisi delle 4 banche, tra cui Etruria. Ieri, a quella storia, si è aggiunto uno scivolone: il «sì» a un emendamento sul golf messo nel Dl sul risparmio. Un regalo per Lega e 5 Stelle e una nuova crepa nel Pd

C’è un terreno minato per il Pd renziano, si chiama risparmio. Quello è stato il tornante della vita dell’ex premier, il punto in cui si è inceppata la “storia” da raccontare al Paese ed è cominciato un declino nella fiducia, nella popolarità. Prima le 4 banche fallite tra cui Banca Etruria che ha visto il coinvolgimento del padre dell’ex ministro Boschi, poi la vicenda del Monte dei Paschi ancora in attesa di soluzione, fronti che hanno portato un costo politico forse più alto di quanto previsto dal leader Pd. Le banche sono state la via crucis di Renzi e sono state anche il terreno più facile per l’opposizione di Lega e 5 Stelle e, dunque, serviva un’attenzione speciale per riparare i danni nati da vicende iniziate anche prima del Governo Renzi.

Un’accortezza che è mancata. E che ieri ha trovato un altro capitolo della tormentata vicenda con il “sì” della maggioranza a un emendamento presentato dal senatore Pd Turone. Emendamento che nulla c’entra con il testo del Dl sulle banche. Un testo che doveva correggere e sanare la truffa ai danni dei risparmiatori e che prevede qualche novità in più per loro come l’estensione della platea per i risarcimenti anche ai parenti di secondo grado e ai coniugi e una riapertura dei termini fino alla fine di maggio per il rimborso forfait. Tutto questo era il “cuore” politico del provvedimento, la possibilità di un riscatto di credibilità e fiducia ma è stato travolto dal golf. Sì perché quell’emendamento passato ieri prevede una garanzia di 97 milioni di euro per un torneo internazionale di golf (Ryder Cup) che si svolgerà nel 2022 in Italia e che, però, piomba su un provvedimento di tutt’altra natura e di tutt’altro peso politico.

Più che un errore è stata sciatteria, una superficialità nella gestione dei lavori parlamentari che ha alterato sia il senso e la portata del Dl sulle banche che quello del torneo di golf diventato una specie di evento da demonizzare mentre il rilancio del turismo passa anche da appuntamenti internazionali come quelli. Tempo fa, nell’autocritica che Renzi ha voluto condividere con gli italiani parlando ad alcuni giornali, ha detto che il principale difetto del suo Governo è stato quello di comunicazione. In realtà, anche a vedere quello che è accaduto ieri, sembra - invece - l’approssimazione. Il non capire che il provvedimento sui risparmiatori era una vetrina politica per il “suo” Pd e non poteva essere confusa con altre materie. Tanto più con il golf che si presta perfettamente alla critica di elitarismo spesso riservata al renzismo. Un pacco-dono così ben confezionato per la Lega e per i 5 Stelle che certo non si combattono pronunciando la parola «speranza» contro la «rabbia» ma cucendo provvedimenti efficaci.

E lo scivolone è stato pure politico perché ha provocato una nuova divisione nel Pd con tre senatori che non hanno votato quell’emendamento. «Un errore di metodo per l’incoerenza con la materia trattata nel Dl e di merito per l’incomprensibile garanzia di 97 milioni, un regalo a Salvini e a Grillo», commentava il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro. Oggi in Aula ci sarà un nuovo capitolo: il Governo potrebbe mettere il voto di fiducia. Una fiducia sul risparmio e sul golf.

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