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Sì del Senato, decreto banche verso il traguardo

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Sì del Senato, decreto banche verso il traguardo

Via libera del Senato al decreto «salva-risparmio». Con 157 «sì» e 108 «no» il Governo Gentiloni incassa la sua prima fiducia e attende ora la ratifica di Montecitorio, che potrebbe arrivare già nella prossima settimana. Prima della fiducia, il presidente Pietro Grasso ha disinnescato ogni possibile tensione sul voto dell’Aula dichiarando inammissibile per estraneità di materia l’emendamento con cui la Commissione Finanze aveva autorizzato la garanzia dello Stato da 97 milioni per la società chiamata a gestire la Ryder Cup di golf del 2022.

Accantonato l’emendamento sull’evento sportivo, il decreto legge varato alla vigilia di Natale per far fronte alla crisi del sistema creditizio esce da Palazzo Madama con numerose novità. A partire da quelle introdotte dal Governo, con il via libera della Dg Concorrenza della Ue, sui requisiti che permettono l’indennizzo ai piccoli investitori titolari di obbligazioni subordinate forzosamente convertite in azioni per effetto del burden sharing quando interviene la ricapitalizzazione precauzionale. In particolare, oltre al limite già previsto dal testo originario che riserva l’indennizzo (con scambio fra azioni e obbligazioni senior) a investitori che non siano «clienti professionali» o «controparti qualificate», viene introdotta un’ulteriore condizione secondo cui per essere indennizzabili gli strumenti devono essere stati acquistati prima del 1° gennaio 2016, ossia prima dell’entrata in vigore del bail-in che ha di fatto alzato il livello di rischio dello strumento finanziario.

I correttivi approvati a Palazzo Madama precisano poi i criteri di determinazione del valore delle azioni alla base dello scambio successivo con i bond senior. I parametri distinguono le banche non quotate da quelle quotate (si vedano le schede). Per contrastare invece possibili speculazioni, il prezzo di acquisto delle azioni figlie della conversione forzata, come precisato ieri dal servizio studi di Camera e Senato, sarà «il minore tra quello utilizzato per determinare il numero di azioni da attribuire in sede di conversione e quello che determina un corrispettivo corrispondente a quello pagato dall’azionista per la sottoscrizione o l’acquisto degli strumenti oggetto di conversione». La transazione deve prevedere la rinuncia dell’azionista a far valere ogni altra pretesa. Nella metodologia di calcolo dei valori della nuove azioni o delle azioni che nascono dalla conversione, è poi stabilito uno sconto del 15% per gli obbligazionisti e del 25% per lo Stato.

Per quanto riguarda la garanzia dello Stato sulle emissioni di liquidità, viene precisato che può essere concessa anche in favore di una banca in risoluzione o di un ente-ponte. In questi casi, nessun supporto di liquidità garantito dallo Stato può essere però fornito prima della decisione della Commissione europea sulla notifica individuale.

Tra le novità oggetto di confronto politico sia in Commissione sia in Aula va ricordata la black list dei debitori degli istituti di credito che chiedono aiuto allo Stato. Al posto dei nomi ci sarà un elenco dei «profili di rischio dei soggetti» nei cui confronti la banca vanta crediti, classificati in sofferenza, per un ammontare almeno pari all’1% del patrimonio netto: questo elenco dovrà essere inserito nella relazione che il governo dovrà inviare ogni quattro mesi al parlamento.

Correttivi mirati anche sui manager delle banche salvate, fino alla previsione che l’Economia potrà subordinare l’apertura dell’ombrello pubblico ad alcune condizioni come la revoca dei vertici degli istituti in difficoltà. Si allunga da due a tre anni il periodo di incompatibilità per gli esperti «indipendenti» incaricati di valutare lo stato di salute della banca che chiede l’intervento statale.

Trova posto nel decreto anche la «strategia nazionale per l’educazione finanziaria». Per la sua attuazione si istituisce presso il ministero dell’Economia un Comitato nazionale composto da 11 membri. Ai costi del Comitato, dopo un confronto tra maggioranza e governo, il Mef ha stanziato un milione all’anno dal 2017, soluzione sostenuta in particolare dal relatore del provvedimento, il presidente della Commissione Finanze Mauro Marino (Pd).

Tra le novità attese anche fuori dalle banche in crisi ci sono i due interventi sulle Dta (deferred asset tax): l’estensione alle Bcc della possibilità di trasformare le Dta in crediti d’imposta e la possibilità di far valere il canone versato dalle banche nel luglio scorso per l’esercizio 2016 e non per quello del 2015, con l’estensione al 2030 per l’ultimo pagamento.

Riaperti poi fino al 31 maggio 2017 i termini per aderire ai rimborsi forfettari dell’80% per i clienti delle quattro banche regionali finite in risoluzione. Sempre per loro, il limite dei 100mila euro di patrimonio mobiliare che dà diritto al rimborso esclude il valore delle obbligazioni azzerate. Fissata per legge anche l’assistenza gratuita per la presentazione della domanda; domanda che potrà essere presentata del proprietario degli strumenti finanziari, il coniuge, il convivente more uxorio, i parenti entro il secondo grado in possesso degli strumenti finanziari a seguito di trasferimento con atto tra vivi.

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