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Sicurezza e degrado nelle città: la sfida più difficile da vincere

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L'Analisi|Il decreto approvato in Cdm

Sicurezza e degrado nelle città: la sfida più difficile da vincere

Il governo guidato da Paolo Gentiloni affronta un terreno minato, molto sentito dai cittadini ma affrontato finora con scarso successo: il livello di sicurezza nelle città. Dà il via così a un decreto legge per smuovere un sistema di centri istituzionali rivelatosi finora inefficace davanti a problemi vissuti ogni giorno.

Come l’occupazione abusiva di immobili; l'uso e l'abuso di alcol consumato per strada e nelle piazze fino a impedire il sonno dei residenti; un accattonaggio in diversi luoghi pubblici, come le stazioni ferroviarie, che diventa spesso molesto e insidioso per la sicurezza dei passanti. Il testo annovera tra gli interventi una lotta più aspra alla vendita di merci contraffatte e al commercio ambulante in luoghi non consentiti; stabilisce che dopo una sentenza passata in giudicato i writer, su disposizione del giudice, ripuliscano o riparino ciò che è stato danneggiato o lavorino per la collettività fino all'equivalente del risarcimento del danno. L’elenco è suggestivo, anzi è probabile che venga integrato durante la discussione parlamentare.

Il senso del decreto è di richiamare all'impegno, in una condivisione di responsabilità, gli attori in gioco in ogni area metropolitana. Sindaci, Regioni, prefetti e lo stesso Stato nelle sue articolazioni di pubblica sicurezza a cominciare dalle forze dell'ordine. La sicurezza urbana è così un “bene pubblico” e deve essere considera “integrata” tra le istituzioni in prima linea. L'asse sindaci-prefetti, richiamato più volte dal ministro dell'Interno Marco Minniti, diventa strategico: non solo, dunque, nella gestione dell'immigrazione e la prevenzione contro le minacce antiterrorismo, ma innanzitutto, ogni giorno, per ridurre al minimo ogni segno negativo contro la “convivenza civile” indicata nel decreto.

La mossa del governo Gentiloni è di indubbio impatto politico. Ma non priva di rischi. Al di là degli annunci si misura, infatti, e sarà misurata ogni giorno dai cittadini. È un'operazione tentata già altre volte: il provvedimento richiama e rilancia, per esempio, i patti per la sicurezza nelle città che furono lanciati già dall’ultimo esecutivo guidato da Romano Prodi, con ministro dell'Interno Giuliano Amato e viceministro proprio Minniti.

La chiave di volta nel successo sta nella capacità di incidere sulle abitudini e le prassi degli attori in campo nelle città: prefetti, questori, sindaci, presidenti di regione. Ciascuno, quasi sempre finora, proiettato sul proprio percorso; tutti, nella maggior parte dei casi, ben poco coesi e integrati in un'azione istituzionale comune. La scommessa di Gentiloni e Minniti è far saltare questo schema consolidato, ormai improduttivo se non nefasto per la sicurezza dei cittadini.

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