L'avvio. L'inchiesta “Consip” parte da Napoli, i magistrati partenopei indagavano e stanno ancora indagando sui presunti rapporti di Alfredo Romeo con alcuni esponenti della camorra. In questo ambito vengono fuori i contatti di Romeo con Marco Gasparri, dirigente della Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione. A questo punto, poiché la sede di Consip è a Roma, gli atti vengono trasmessi alla Procura romana.
I filoni. L'inchiesta di Napoli è ancora in corso mentre è nell'ambito di quella romana che è stato arrestato il 1° marzo l'immobiliarista campano Alfredo Romeo. Il gip di Roma ha disposto il suo arresto con l'accusa di aver pagato tangenti a Marco Gasparri che ha avviato una collaborazione con la magistratura, dichiarando di aver «percepito circa 100-150mila euro» di mazzette. In questa tranche romana risultano indagati Luca Lotti (sottosegretario del Governo Renzi e attuale ministro dello Sport), il generale dell'Arma Tullio Del Sette, nonché l'imprenditore farmaceutico Carlo Russo e Tiziano Renzi, padre dell'ex premier.
Il reato. La misura cautelare a carico di Romeo è stata disposta dalla Procura capitolina, sulla base di accertamenti preliminari della magistratura partenopea, su un presunto «sistema» corruttivo all'interno di Consip.
Nell'indagine il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d'appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti. In ballo c'era soprattutto il lotto 10, che avrebbe consentito al vincitore di accaparrarsi la gestione dei servizi dei palazzi del “potere”, quelli che ricadono nel Municipio I di Roma. Si tratta degli stessi interventi che Romeo si era aggiudicato nel 2011, occupandosi di Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Palazzo delle Finanze, Palazzo del Viminale, ministero della Giustizia (sede centrale di via Arenula) e ministero dell'Istruzione, università e ricerca (sede centrale di viale Trastevere).
Negli atti che hanno portato all'arresto Romeo emerge che sarebbe riuscito a corrompere Gasparri, più altri dirigenti di Consip. In particolare negli atti è scritto che «Gasparri, nella sua qualità di dirigente apicale della centrale acquisti Consip (segnatamente nella sua qualità di direttore Sourcing Servizi & Utility), in concorso con altri e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso (...) per esercitare la sua menzionata funzione e i relativi poteri (con l'adozione di atti e attività espressione di tale funzione), ponendo in essere, indebitamente, una serie di atti contrari ai suoi doveri d'ufficio», avrebbe creato un vantaggio «alle società di servizi di Romeo». Così l'immobiliarista campano sarebbe riuscito ad aggiudicarsi «appalti pubblici gestiti dalla suddetta Consip, dando, in modo specifico, notizie e informazioni riservate dirette a favorire la formazione di «cartelli di imprese, ovvero contribuendo a preconfezionare bandi e atti “cucendoli su misura” e adattandoli alle caratteristiche delle medesime società del Romeo».
Le accuse a carico degli altri protagonisti
Carlo Russo e Tiziano Renzi rispondono dell'accusa di concorso in traffico di influenze illecite, in quanto avrebbero mosso presunte pressioni sui vertici di Consip, affinché fosse creato un vantaggio a Romeo. L'ipotesi è che abbiano creato un vantaggio all'immobiliarista Alfredo Romeo, che avrebbe puntato a fare man bassa di lotti del maxi appalto.
Luca Lotti e Tullio Del Sette risultano iscritti nel registro degli indagati presunta rivelazione del segreto d'ufficio: avrebbero avvisato i vertici di Consip dell'esistenza di una indagine penale della Procura di Napoli.
Gli interrogatori.
Inizialmente previsto per il 3 marzo è stato rinviato l'interrogatorio di Tiziano Renzi.
Medesimo rinvio per Michele Emiliano che avrebbe dovuto essere sentito il 6 marzo come testimone dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi in merito agli sms ricevuti da Lotti che gli suggeriva già nell'ottobre del 2014 un incontro con l'imprenditore Russo.
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