![La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi (Agf)](http://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2017/03/02/Politica%20e%20societa/ImmaginiWeb/Ritagli/bindi-rosy-agf-k7zG--835x437@IlSole24Ore-Web.jpg)
Nell’ambito dell'inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria, la Commissione parlamentare antimafia, nella seduta odierna, ha deliberato all'unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande oriente d'Italia (Goi del Maestro Venerabile Stefano Bisi, la più importante, con circa 22mila affiliati), Gran loggia regolare d'Italia (Gri), Serenissima gran loggia d'Italia; Gran loggia d'Italia degli antichi liberi accettati muratori.
Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione a partire dall’agosto 2016. Al fine di acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo Scico della Guardia di Finanza di Roma, agli ordini del generale Giuseppe Grassi, a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro associazioni. Che, dopo un lungo tira e molla, sarebbe stata questa la conclusione, lo si è capito l'8 febbraio.
Quel giorno, in Commissione antimafia, la presidente Rosy Bindi, rispondendo al senatore Michele Giarrusso (M5S) che la sollecitava sulla consegna degli elenchi da parte del Goi, rispose così: «Le assicuro che né la presidente, né la Commissione consentiranno a chicchessia di provocare e dileggiare le Istituzioni di questo Paese. Quindi, se qualcuno continua a farlo o intende farlo, sa bene che non glielo permetteremo. Se, nel frattempo, qualcuno vuole continuare ad avanzare – come le ho già definite – bislacche motivazioni giuridiche, può continuare a farlo, ma esse non avranno alcun appiglio e certamente non fermeranno l'intento dei nostri lavori».
Stefano Bisi, nel tardo pomeriggio ha rilasciato questa dichiarazione: «Oggi è stata commessa una palese discriminazione nei confronti di una Istituzione libera e secolare come la Massoneria e c'é stata una grave violazione della democrazia e delle leggi dello Stato. Il sequestro degli elenchi dei liberi muratori del Grande Oriente d'Italia appartenenti alle logge di Calabria e Sicilia da parte della Commissione Antimafia presieduta dall'onorevole Rosy Bindi, è un atto arbitrario e intimidatorio». «Il Grande Oriente d'Italia si tutelerà in tutte le sedi italiane ed europee perché non vengano intaccati i principi fondamentali del libero pensiero e non venga oscurata una grande fiamma che alimenta la libertà nel nostro Paese».
In tarda serata è intervenuta anche Rosy Bindi. «Nel corso delle missioni in Calabria e Sicilia, della documentazione acquisita e delle audizioni finora svolte - ha dichiarato il presidente della Commissione bicamerale - sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta di settori della massoneria. Si è anche evidenziata la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti. Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, è stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria. Tali elenchi sono necessari per verificare la presenza, tra gli iscritti, di soggetti riconducibili a vario titolo alle organizzazioni mafiose o in rapporto con le stesse.
La Commissione ha più volte reiterato l'invito ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie, in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell'organo parlamentare all'acquisizione.
Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose. La Commissione - ha chiarito Bindi - nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy, ha stabilito che gli elenchi saranno assoggettati al regime di segretezza e quindi non soggetti alla divulgazione».
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