Viene denominato “Restart Scampia” il piano di riqualificazione che punta a fare del quartiere di “Gomorra” un’area cerniera al centro della città metropolitana. E vale 27 milioni finanziati dal Governo: la firma della convenzione da parte del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni -con al fianco la sottosegretaria Maria Elena Boschi e il segretario generale Paolo Aquilanti- e del sindaco della Città metropolitana di Napoli, Luigi De Magistris, dà il via agli interventi.
Napoli, ridisegna così la sua periferia più martoriata, e lo fa, come altri ventitrè, tra Comuni e Città metropolitane, che hanno siglato con il Governo i piani di recupero previsti nell’ambito del Programma straordinario per le periferie avviato e finanziato dall’Esecutivo.
Si parte con l’abbattimento di tre Vele (A,C e D) oltre che con la riqualificazione della Vela “B” (temporaneamente adibita a residenze poi a funzioni collettive) e la sistemazione degli spazi pertinenziali. Il progetto di massima è stato elaborato in stretta collaborazione dal comune di Napoli e dai dipartimenti di architettura e di ingegneria della Università Federico II. Con un forte coinvolgimento del Comitato di cittadini delle Vele.
Al posto dei tre edifici che verranno rasi al suolo, per essere diventati terreno fertile per il proliferare di comportamenti malavitosi e per il grave stato di degrado raggiunto, sorgeranno strutture da dedicare a funzioni pubbliche che avranno lo scopo di risanare la complessa periferia nord.
Impianti sportivi, facoltà universitarie, altri servizi e verde, porteranno agli abitanti del quartiere le funzioni che finora sono mancate. Ci sarà la nuova sede della Città metropolitana e il parco alle spalle delle vele, che oggi è di fatto elemento di separazioni tra aree diverse del quartiere, dovrà invece svolgere a sua volta un ruolo di congiunzione grazie ad attrezzature ad hoc.
Sarà ripristinata e migliorata la viabilità e i collegamenti ferroviatri, con la stazione della metropolitana di Piscinola (metro linea 1 più conosciuto come Metro dell’Arte).
De Magistris: «Entro l’estate l’abbattimento della prima Vela»
«Siamo molto soddisfatti. Il progetto che riguarda le Vele di Scampia è arrivato tra i primi. Per la prima volta un progetto finanziato dal governo vede tra i progettisti anche i cittadini che vi abitano – ha commentato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – Prevediamo per l’estate 2017 l’abbattimento della prima Vela, mentre già 1.000 persone sono state trasferite in case di edilizia popolare».
Il piano nel suo insieme prevede investimenti per 118 milioni. Per ora si parte con una dotazione di 30 milioni del Patto per Napoli, con 18 milioni del bando per le periferie e 9 milioni del Pon Metro. La Città Metropolitana aggiungerà in una prima fase 30 milioni, poi dovrà reperire ulteriori risorse.
Il Programma del Governo, varato a giugno 2016, ha raccolto grande adesione da parte dei Comuni, con progetti di qualità tanto elevata da convincere la presidenza del Consiglio dei Ministri al finanziamento integrale. La graduatoria dei progetti è stata poi pubblicata a gennaio 2017.
La storia delle Vele
Le sette Vele di Scampia vennero costruite, in seguito della legge 167 del 1962, su progetto dell’architetto Franz Di Salvo. Facevano parte di un progetto abitativo di larghe vedute che prevedeva anche uno sviluppo della città di Napoli nella zona est di Ponticelli. Ma in realtà molto presto sono diventate un ghetto a uso e consumo della criminalita organizzata e area di spaccio di droga.
Tra il 1997 e il 2003 sono state abbattute tre delle sette strutture iniziali, lasciando in piedi le restanti quattro strutture. La decisione era stata adottata già sul finire degli anni ottanta. Prima a cadere fu la Vela F, nel ’98. La seconda fu la Vela G, a febbraio 2000. La Vela H, inizialmente esclusa dalle demolizioni, viene invece abbattuta nel 2003. I primi due interventi furono eseguiti e coordinati dalla giunta comunale guidata dal sindaco Antonio Bassolino, il terzo da quella presieduta da Rosa Russo Iervolino. Il 29 agosto 2016 una delibera comunale ha previsto l’abbattimento di tre delle quattro vele ancora esistenti e la riqualificazione della quarta.
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