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Lite Grillo-Pd. Ecco come si regola il diritto in materia di blog

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chi è responsabile sul web?

Lite Grillo-Pd. Ecco come si regola il diritto in materia di blog

(Ansa)
(Ansa)

Segno dei tempi, lo scontro a suon di querele e memorie difensive, tra il Pd e Beppe Grillo, si sposta dalle piazze reali a quelle virtuali, dai comizi al web.
Dunque i fatti: nel marzo dello scorso anno, quando esplodeva l’inchiesta sull’impianto di Tempa Rossa, dal blog di Grillo viene lanciato un duro attacco al Pd. «Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro», si legge. Il Partito democratico querela. Si delinea una citazione per danni con la richiesta di un maxi-risarcimento. La questione passa al vaglio del giudice. Si attivano gli avvocati del comico milanese che presentano una memoria difensiva.

“La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge”

Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd 

Una memoria che non piace al tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, che su Facebook attacca: «La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo». Così Bonifazi spiega la vicenda: «Ora vi racconto una storia simpatica, simpatica. Un noto comico, che ha costruito la propria fama soprattutto con il suo Blog, i suoi profili Facebook e Twitter, un bel giorno decide di dire a 400mila iscritti e diversi milioni di elettori del Pd: “Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro”. Trattandosi di un comico ho cercato di leggere tra le pieghe del messaggio la battuta ma - ahimè - ho trovato solo offese. Quindi ho cercato di tutelare la nostra immagine, non tanto per me quanto per la comunità che rappresento, attraverso un’azione legale. Dicono che loro sono per la legalità? Bene, lo dimostrino: si lascino processare. Poi il comico ha anche una certa esperienza di tribunali...», aggiunge. E qui un nuovo equivoco: leggendo la memoria difensiva con cui il comico rispondeva alla denuncia, ho creduto di essere di fronte al copione del suo nuovo spettacolo ma il mio avvocato ha confermato: “è la sua memoria difensiva”».

“Giuseppe Grillo non gestisce, non dirige, non controlla né filtra gli scritti o i messaggi che vengono pubblicati nel Blog o negli account twitter né i tweet”

Memoria difensiva di Beppe Grillo 

Ma che cos’è che ha fatto infuriare tanto Bonifazi ? In particolare il punto tre della memoria là dove i legali scrivono che «il comico non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato»; e poi il punto quattro che specifica che: «Giuseppe Grillo non gestisce, non dirige, non controlla né filtra gli scritti o i messaggi che vengono pubblicati nel Blog o negli account twitter né i tweet».

Quindi attacca Bonifazi: «Scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato? Una sola parola: vergognati, caro Beppe Grillo. La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo». Il messaggio di Bonifazi è stato ritwittato da numerosi dirigenti Dem, da Matteo Renzi, a Maria Elena Boschi.

Pronta la replica di Grillo. «Il Blog beppegrillo.it è una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi per il Blog - scrive sul blog - Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce.
Nessuno scandalo, nessuna novità. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa, cosa che Bonifazi ha scordato di dire. Nessuna diffamazione. Nessun insulto. Semplice informazione libera in rete. Maalox?».

Come finirà? Difficile dirlo anche perché da quanto scrive Bonifazi non è chiaro se la scrittura della frase in questione sia avvenuto nell’ambito di uno scambio di post. O dentro un pezzo per quanto non firmato. Abbiamo provato a fare chiarezza . Allora nel primo caso le strade, tracciate dalle sentenze, sono due. Se il blog è moderato, il moderatore risponde dei contenuti dei post redatti da terzi perché nella decisione di pubblicare c’è un tratto della sua condotta su cui è chiamato a rispondere. Dell’offesa è dunque responsabile chi la scrive ma anche chi vagliandola all’atto della lettura ha deciso di pubblicarla. Diverso invece se i post vengono pubblicati su una piattaforma e non vi è un moderatore. In questo caso il gestore del blog non ha alcuna responsabilità. Tuttavia ci sono stati pronunciamenti che hanno aperto in un’altra direzione. Se il contenuto è particolarmente offensivo e quindi evidente, il gestore può essere chiamato a rispondere del mancato successivo intervento. Del fatto cioè di non essere intervenuto con la rimozione del contenuto lesivo. Più pacifico se il contenuto in questione non è un post attribuibile chiaramente a terzi, in questo caso, rientriamo in quanto previsto dal comma tre dell’articolo 595. Quindi c’è diffamazione, firma o non firma di Grillo.

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