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9/9 L’euro e noi / Italia-Germania, la partita persa dalle imprese

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    il compleanno dell’europa

    Euro sì, euro no: nove economisti a confronto in rete

    Nove osservatori alle prese con la domanda delle cento pistole del Sole 24 Ore: l’Unione fa la forza della nostra economia? Le risposte non sono affatto scontate

    9/9 L’euro e noi / Italia-Germania, la partita persa dalle imprese

    di Fabio Sdogati, ordinario di Economia Internazionale al Politecnico di Milano

    Per poter rispondere in maniera soddisfacente e stimolante occorre porsi due quesiti distinti:1. Quanto bene, o quanto male, ci saremmo fatti, non adottando l'Euro? 2. Cosa avremmo potuto fare per “raddrizzare la barca” dopo la crisi del 2007?

    1. Quanto bene, o quanto male, ci saremmo fatti, non adottando l'Euro?
    Lo chiamiamo “il controfattuale”, vale a dire lo scenario che si sarebbe verificato se non avessimo fatto la scelta che abbiamo fatto. Chi può, provi a ricordare quegli anni, la prima metà degli anni novanta. Inflazione tra il 5% e il 6%, redimenti dei buoni del tesoro fra il 10 e il 15% (un errore dell’autore è stato aggiornato e corretto in data 26 marzo, ndr), deficit pubblico al 10,6% nel 1992, nessuno al mondo che desse a prestito al nostro governo a condizioni “normali”. Il Paese non aveva più reputazione sui mercati finanziari internazionali e questa reputazione ce la andammo a cercare nel rapporto con i nostri partner europei. Che cosa sarebbe successo, dunque, se avessimo rifiutato l'Euro? Il disastro. Esempi di risultati catastrofici che hanno pesato su Paesi in condizioni simili alle nostre di allora non mancano, ed è inutile rigirare il coltello nelle loro piaghe nominandoli di nuovo.

    2. Cosa avremmo potuto fare per “raddrizzare la barca” dopo la crisi del 2007?
    Sarà bene che le persone in buona fede ricordino che tra il 2000 e il 2007 le cose non andavano male neanche in Italia. Lo shock venne nel 2007 e non per via dell'Euro, come è arcinoto. Da allora la situazione è venuta peggiorando ma, guarda caso, non per tutti i Paesi membri e non per tutti allo stesso modo. Gli anti-Euro faranno bene a ricordare che UN problema abbiamo avuto in questa vicenda: la caduta costante della produttività delle nostre imprese. È la produttività ciò che le nostre imprese non sono state in grado di far crescere a ritmi tedeschi, ciò che andava fatto comunque, Euro o non Euro: ma lo vogliamo ricordare che il nuovo marco tedesco, introdotto nel 1948 e vissuto fino alla fine del 1998, non è stato MAI svalutato?

    Cosa avremmo potuto fare post-2007? Ripeto sin da allora: sarebbe stato sufficiente copiare gli Stati uniti, disavanzi pubblici per minori entrate e maggiori spese, e politica monetaria espansiva, altro che la scelta criminale dell'austerità. Ricordiamolo, i governi nazionali contano poco o nulla nell'UEM, e la logica delle vergini vestali del bilancio in pareggio non è stata sfidata abbastanza. Ma, in fondo, tutti hanno visto che fine è stata fatta fare al popolo greco, e la paura è comprensibile se non giustificabile.

    In conclusione: sono contento della scelta di entrare nell'Euro, proprio perché mi terrorizza l'idea di che cosa ci sarebbe successo con la crisi del 2007 se avessimo avuto un governo e una banca centrale indipendenti

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