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Dossier Al via la guardia di frontiera comune

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Dossier | N. 13 articoliTrattati di Roma: una storia lunga 60 anni

Al via la guardia di frontiera comune

Ansa
Ansa

Per decenni, il controllo delle frontiere esterne dell’Unione è stato affidato ai singoli Paesi membri. L’emergenza provocata dalla guerra civile in Siria e in Libia così come dall’arrivo di migliaia di migranti economici dall’Africa ha trasformato un impegno nazionale in un compito comunitario. Nell’ottobre del 2016 è nata una guardia costiera e di frontiera. La sfida dei prossimi anni sarà di rendere il nuovo organismo sempre più autonomo dai governi nazionali.

LA RISPOSTA ALL’EMERGENZA RIFUGIATI
Uomini attualmente dispiegati della guardia di frontiera e costiera europea

«Proteggeremo i nostri confini con una guardia costiera e di frontiera, che stiamo creando appena mesi dopo che la Commissione europea aveva fatto la sua proposta – ha assicurato di recente il presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker –. Le istituzioni europee e i Paesi membri devono lavorare mano nella mano perché la nuova agenzia sia pienamente operativa». L’obiettivo è di mettere in sicurezza l’Unione, garantendo la libera circolazione sul territorio comunitario.

Finora Frontex, l’agenzia preposta al controllo dei confini europei, si è adoperata nel mero coordinamento del lavoro delle autorità nazionali, nel Mediterraneo o lungo il confine con i Paesi dell’Est Europa. Il nuovo organismo, che nasce dalle costole di Frontex, deve assumere nuove responsabilità, collaborando direttamente con i 100mila e più doganieri nazionali oggi impegnati alle frontiere comunitarie. Potrà contare su mezzi propri e sul personale degli enti nazionali.

Il nuovo organismo ha una serie di compiti ben specifici: deve analizzare la situazione nel grande vicinato europeo e prevedere eventuali minacce; assistere i Paesi membri nel rimpatrio di migranti irregolari; tenere i legami con le organizzazioni internazionali e i paesi terzi; combattere il crimine transfrontaliero; organizzare l’addestramento di doganieri nazionali; assicurare il rispetto dei diritti fondamentali e facilitare la cooperazione tra Paesi membri e l’economia privata nella ricerca e sviluppo.

Attualmente, Frontex ha inviato sul territorio 1.200 funzionari europei che hanno il compito di coadiuvare le autorità nazionali, in particolare nella registrazione dei migranti che sbarcano in Italia o in Grecia. La nuova Frontex non ha proprie guardie di frontiera. Deve affidarsi a un gruppo di reazione rapida composto da 1.500 doganieri nazionali, operativi nel giro di cinque giorni sotto l’egida del nuovo organismo comunitario nel caso di emergenza ai confini esterni dell’Unione.

In buona sostanza, la nuova guardia costiera e di frontiera è un passo in avanti. Lentamente, l’Europa è in transizione da un assetto intergovernativo a un sistema più federale. Il grande passo tuttavia è ancora da compiere. Al di là del difficile impegno a riformare il diritto d’asilo, due sono le linee tracciate e che devono essere percorse nei prossimi anni per assicurare che le frontiere comunitarie siano sicure, in modo da salvaguardare la piena libera circolazione delle persone, in particolare nell’Area Schengen.

La prima riguarda la possibilità per Frontex di entrare su un territorio nazionale con i propri doganieri nel caso di emergenza al confine. La Commissione europea aveva proposto che i doganieri nazionali, muniti eventualmente di armi, avrebbero potuto intervenire senza l’autorizzazione del Paese membro. Durante il negoziato tra il Consiglio e il Parlamento, questa possibilità è stata annacquata, rendendo il benestare del governo locale virtualmente indispensabile.

Col tempo, alla nuova agenzia dovrà essere garantito questo potere perché la sicurezza delle frontiere sia assicurata pienamente in un assetto più federale che confederale, nel quale la responsabilità è collettiva e non solo nazionale. Direttamente legato a questo aspetto è la stessa natura del corpo. Oggi è composto da doganieri nazionali distaccati alla frontiera esterna. In ultima analisi, il nuovo organismo dovrà contare su proprie guardie di confine.

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