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1/10 Cinquecento milioni sfumati a Trieste con il rigassificatore spagnolo

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    osservatorio nimby

    Sindrome Nimby, ecco le 10 principali opere bloccate in Italia

    Sono 342 i casi di opere bloccate o in ritardo a causa di ricorsi e proteste locali censite dall'ultimo Osservatorio Nimby Forum in Italia. Si va dai maxi progetti come l'alta velocità Torino-Lione, in Piemonte, e il gasdotto Trans adriatic pipeline (Tap), in Puglia, a elettrodotti come quello tra Svizzera e Italia nel Verbano-Cusio-Ossola o quello in Friuli. Ma l'elenco comprende anche i progetti di sondaggio e estrazione di idrocarburi di Ombrina Mare, in Abruzzo, o di Monte Cavallo, tra Campania e Basilicata. Una mappa che non fa distinzione tra Nord, Centro e Sud Italia e che, come spesso è accaduto in passato, rischia di tradursi nella perdita di ingenti investimenti con le multinazionali coinvolte che alzano bandiera bianca e spostano altrove le loro risorse, lasciando sul terreno, in Italia, oltre che i piani di sviluppo anche centinaia di posti di lavoro sfumati. Come è accaduto a Brindisi con British Gas, in Sicilia con Shell e Erg a Priolo o ancora a Trieste con il rigassificatore della spagnola Gas Natural

    Porto di Trieste (Olycom)
    Porto di Trieste (Olycom)

    1/10 Cinquecento milioni sfumati a Trieste con il rigassificatore spagnolo

    E' tutto ancora online, sul sito. Eppure i no sul progetto del rigassificatore di Trieste si sono succeduti senza tregua: comitati, comuni interessati, porto, Regione. «Il progetto - si legge nel sito - prevede un investimento superiore ai 500 milioni di euro per la costruzione, con le più moderne tecnologie, di un terminale per la rigassificazione di gas naturale liquefatto che sarà immesso nella rete nazionale attraverso il gasdotto Zaule-Villesse. Il progetto ha completato il proprio iter autorizzativo a livello Nazionale con la conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale (2009) e si trova nell'ultima fase del Procedimento Autorizzativo previsto per il rilascio dell'Autorizzazione Unica da parte delle Autorità e degli Enti competenti». In realtà a gennaio 2013 è arrivata la bocciatura da parte dell'Autorità portuale, secondo la quale il piano era «incompatibile con lo scalo triestino», e in seguito la sospensione (poi revoca) della Via del 2009. Lo stesso governo aveva fatto un passo indietro e l'opera era uscita dall'elenco di quelle strategiche a livello nazionale (giugno 2016). A dicembre 2016 il ministero dell'Ambiente ha ribadito il «giudizio favorevole di compatibilità ambientale» sul progetto. A febbraio 2017 il parere negativo della regione alla prossima Conferenza dei servizi del Friuli VG.
    (Barbara Ganz)

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