1/10 Cinquecento milioni sfumati a Trieste con il rigassificatore spagnolo
E' tutto ancora online, sul sito. Eppure i no sul progetto del rigassificatore di Trieste si sono succeduti senza tregua: comitati, comuni interessati, porto, Regione. «Il progetto - si legge nel sito - prevede un investimento superiore ai 500 milioni di euro per la costruzione, con le più moderne tecnologie, di un terminale per la rigassificazione di gas naturale liquefatto che sarà immesso nella rete nazionale attraverso il gasdotto Zaule-Villesse. Il progetto ha completato il proprio iter autorizzativo a livello Nazionale con la conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale (2009) e si trova nell'ultima fase del Procedimento Autorizzativo previsto per il rilascio dell'Autorizzazione Unica da parte delle Autorità e degli Enti competenti». In realtà a gennaio 2013 è arrivata la bocciatura da parte dell'Autorità portuale, secondo la quale il piano era «incompatibile con lo scalo triestino», e in seguito la sospensione (poi revoca) della Via del 2009. Lo stesso governo aveva fatto un passo indietro e l'opera era uscita dall'elenco di quelle strategiche a livello nazionale (giugno 2016). A dicembre 2016 il ministero dell'Ambiente ha ribadito il «giudizio favorevole di compatibilità ambientale» sul progetto. A febbraio 2017 il parere negativo della regione alla prossima Conferenza dei servizi del Friuli VG.
(Barbara Ganz)
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