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2/10 L'elettrodotto frenato tra Udine e Redipuglia

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    osservatorio nimby

    Sindrome Nimby, ecco le 10 principali opere bloccate in Italia

    Sono 342 i casi di opere bloccate o in ritardo a causa di ricorsi e proteste locali censite dall'ultimo Osservatorio Nimby Forum in Italia. Si va dai maxi progetti come l'alta velocità Torino-Lione, in Piemonte, e il gasdotto Trans adriatic pipeline (Tap), in Puglia, a elettrodotti come quello tra Svizzera e Italia nel Verbano-Cusio-Ossola o quello in Friuli. Ma l'elenco comprende anche i progetti di sondaggio e estrazione di idrocarburi di Ombrina Mare, in Abruzzo, o di Monte Cavallo, tra Campania e Basilicata. Una mappa che non fa distinzione tra Nord, Centro e Sud Italia e che, come spesso è accaduto in passato, rischia di tradursi nella perdita di ingenti investimenti con le multinazionali coinvolte che alzano bandiera bianca e spostano altrove le loro risorse, lasciando sul terreno, in Italia, oltre che i piani di sviluppo anche centinaia di posti di lavoro sfumati. Come è accaduto a Brindisi con British Gas, in Sicilia con Shell e Erg a Priolo o ancora a Trieste con il rigassificatore della spagnola Gas Natural

    2/10 L'elettrodotto frenato tra Udine e Redipuglia

    Nuovi ricorsi – da parte di sette comuni – potrebbero rallentare ancora la realizzazione dell'elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. Sette mesi di tempo perché i giudici del Tar del Lazio decidano in merito ai ricorsi dei sindaci che avrebbero voluto, invece, una nuova sospensiva dei lavori. Terna ha ricevuto lo scorso 14 febbraio l'autorizzazione ministeriale in base alla quale la società è tenuta a riprendere le attività per concludere la realizzazione dell'elettrodotto. Le ditte coinvolte nei cantieri stanno realizzando il piano dei lavori previsto dal cronoprogramma già comunicato alle istituzioni competenti – cioè Ministero dell'Ambiente, Regione e Arpa Fvg, Province, Autorità di Bacino e Comuni coinvolti. Si tratta di un investimento di 110 milioni di euro con il coinvolgimento di 340 lavoratori e 10 imprese affidatarie (più le subappaltatrici). I benefici attesi includono maggiore qualità, sicurezza ed efficienza della rete con un risparmio per il sistema elettrico italiano di oltre 60 milioni di euro l'anno, in buona parte eliminando i “colli di bottiglia” che gravano sulla rete elettrica in Regione, consentendo alle centrali di Torviscosa e Monfalcone di immettere sulla rete ulteriori 600 MW di capacità produttiva. L'opera è già stata realizzata per circa l'80%. Al momento del blocco delle attività, a fine luglio 2015, risultavano realizzati 125 fondazioni e 118 sostegni (completamente o parzialmente) su 136 ed era stata effettuata la tesatura di circa 16 km di conduttori.
    (Barbara Ganz)

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