Commissariate, sotto lo schiaffo del piano di rientro dai maxi deficit del passato e con livelli di cura ai loro assistiti sotto la soglia minima dei Lea, i livelli essenziali di assistenza che dovrebbero essere garantiti allo stesso modo a tutti gli italiani. È la doppia beffa, con danno di salute incorporato, che tocca ai cittadini di Calabria, Molise, Puglia, Sicilia e Campania. È la classifica delle regioni “canaglia” denunciata alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, in un’intervista all’Ansa, nella quale anticipa i primi risultati dei dati 2015 sull’applicazione dei Lea.
Livelli sotto la soglia minima in 5 regioni
Niente di nuovo sotto il sole, purtroppo. Tutti gli indicatori anche precedenti sui Lea avevano dato in larga parte gli stessi risultati. Quello che viene sottolineato nuovamente è che sono le regioni in emergenza per i risultati finanziari, sono quelle che poi garantiscono livelli di assistenza più bassi: sotto la soglia minima, sottolinea Lorenzin. E non è un caso, come anticipato a Il Sole 24 Ore che poi è proprio dalle stesse regioni che i cittadini emigrano in cerca di cure in altre regioni. Perché negli ospedali sotto casa non ce la farebbero. E intanto la beffa aumenta ancora: perché non solo i residenti i quelle regioni ricevono un'assistenza più bassa, ma pagano anche più ticket.
Nelle 5 regioni sotto la soglia minima dei Lea, afferma la ministra, le cure più carenti vanno dai vaccini agli screening per i tumori. Ma non solo. Ogni regione, afferma la ministra, ha certamente le sue specifiche criticità, pero in troppe regioni ci sono molte difficolta' nel potenziamento dell'assistenza territoriale. In particolare, nell'assistenza domiciliare, nel numero dei posti letto per l'assistenza residenziale, nell'assistenza ai disabili, nelle coperture vaccinali e negli screening del tumore al colon-retto, alla mammella e alla cervice uterina>>.
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