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Mercato del lavoro in linea con l’andamento del Pil

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L'Analisi|Osservatorio Lavoro, Istat, Inps e Inail

Mercato del lavoro in linea con l’andamento del Pil

L'Osservatorio congiunto ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail ci restituisce un quadro di un mercato del lavoro che nel quarto trimestre del 2016 risente delle dinamiche di crescita moderata dell'economia. Si viaggia appena sopra all'andamento del Pil - che segna una crescita congiunturale dello 0,2% e tendenziale dell'1% - con un aumento delle Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno pari, rispettivamente allo 0,3% (sul trimestre precedente) e all'1,2% (rispetto all'anno precedente). Un andamento, peraltro, confermato dalle rilevazioni compiute singolarmente da Inps e Istat relative a gennaio 2017 e pubblicate nelle scorse settimane (a questo proposito servirebbe maggiore coordinazione nella tempistica, tra i quattro organismi a vario titolo coinvolti nella diffusione dei dati).

Crisi occupazionale alle spalle
Tornando all'ultimo trimestre del 2016, il tasso di occupazione al 57,4% ci dice che il punto più basso della crisi è alle nostre spalle (55,4% del terzo trimestre 2013), ma che siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi, da quel 55,4% del secondo trimestre 2008 A trainare l'occupazione è il settore dei servizi - dal commercio ai trasporti con l'interessante novità della crescita dei servizi di alloggio e ristorazione - che registra un incremento congiunturale dello 0,9% e tendenziale del 4%, mentre l'industria fatica a ripartire segnando una variazione congiunturale nulla ed un contento aumento tendenziale (0,2%), grazie al risultato positivo delle attività manifatturiere e della fornitura di energia, gas, bilanciato però dai risultati ancora negativi delle costruzioni.

Più occupati over 50, giovani penalizzati
L'aumento dell'occupazione ha riguardato soprattutto il lavoro dipendente, ma il lavoro a tempo indeterminato con il passare dei mesi ha fatto registrare un rallentamento della crescita (il dato congiunturale segna un incremento di 19mila posizioni lavorative) rispetto al tempo determinato (64mila in più), anche se la variazione tendenziale resta positiva (345mila posizioni a tempo indeterminato in più rispetto allo steso periodo del 2015 e 133mila a tempo determinato). L'aumento dell'occupazione ha interessato soprattutto la popolazione da 50 anni ed oltre, per effetto dell'innalzamento dell'età pensionabile, ma anche per l'andamento demografico. Più penalizzati i giovani e la fascia da 15 a 34 anni (su cui incide negativamente anche la dinamica demografica).

Misure shock per l’occupazione giovanile
Queste tendenze erano emerse nelle precedenti rilevazioni, tanto da spingere il governo a concludere l'esperienza della decontribuzione generalizzata in formato ridotto prevista nel 2016 per le assunzioni stabili, a favore di un intervento più mirato per disoccupati al sud e giovani. In vista della prossima legge di Bilancio, le imprese chiedono una misura shock per fare ripartire l'occupazione giovanile, con l'azzeramento del cuneo fiscale per due anni alle aziende che assumono stabilmente i giovani. La risposta si avrà nel Def che è atteso entro il 10 aprile.

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