
Una possibile guerra commerciale Usa-Ue getta una ombra su tutto il made in Italy diretto sull’altra sponda dell’Atlantico. Ma non tutte le regioni italiane sarebbero colpite allo stesso modo: i territori che più hanno venduto negli Usa nel 2016 sono la Lombardia (di gran lunga al primo posto con 8,1 miliardi, nonostante in lieve calo, del 2,3%, rispetto al 2015), l’Emilia Romagna (5,5 miliardi, -9,4%) e Veneto (4,8 miliardi, +3,7%). Queste tre realtà, da sole, pesato per il 45% sul totale dell’export italiano negli Usa. Da notare che Lombardia e Veneto sono le uniche due regioni a guida leghista, e il Carroccio è stato uno dei principali supporter in Italia del presidente Usa Donald Trump.
I territori più colpiti
In attesa di capire se e quali misure scatteranno, scorrendo l’elenco dei circa 90 prodotti su cui l’amministrazione Usa potrebbe porre dazi al 100%, più di 75 sono prodotti o preparati alimentari. Per ora l’attenzione sembra concentrata su acque minerali, ortaggi e conserve, carni lavorate, motocicli e motori. Se ci si focalizza solo su questi prodotti, in testa all’export passa il Veneto (416 milioni, in aumento dell’11,9% sul 2015), seguito dalla Toscana (379 milioni, -0,1%) e, a breve distanza, dalla Lombardia (377 milioni, -3,4%).
L’incidenza sull’export totale
Se si guarda al peso del totale dell’export verso gli Usa sull’insieme delle vendite all’estero, la classifica cambia leggermente. Al primo posto troviamo la Basilicata, dove il miliardo e 900 mila euro esportati in Usa (si tratta quasi solo di autoveicoli) costituisce il 42,3% delle vendite all’estero complessive. Gli altri territori che hanno una incidenza superiore al 10% sono Friuli Venezia Giulia (17,4), Toscana (11,7%) , Calabria (10,6%), Umbria (10,5%) e Puglia (10,2%).
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