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L’Italia delle commissioni d’inchiesta: a quota 86 dal 1948

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dalle stragi ai risparmiatori truffati

L’Italia delle commissioni d’inchiesta: a quota 86 dal 1948

Quella sulle debolezze del nostro sistema bancario e creditizio all’esame di Montecitorio dopo aver ottenuto il via libera del Senato sarà la numero 86, dal ’48 a oggi. Le commissioni parlamentari d’inchiesta messe una dietro l’altra raccontano la storia della Repubblica lungo un filo rosso che parte dai temi sociali del dopoguerra e passa attraverso i misteri, le stragi insolute, i disastri, gli scandali d’Italia. In media cinque a legislatura, anche se considerate singolarmente a detenere il primato è proprio la legislatura in corso: 15 in tutto se si conta anche quella che prenderà il via a breve.

Previste dalla Costituzione - monocamerali (con delibera di una delle due camere) o bicamerali (per legge) - per fare luce su «materie di pubblico interesse» le commissioni d’inchiesta hanno costellato l’attività del Parlamento, costituendosi come “anticorpi” istituzionali ai mali del paese. Molte volte hanno funzionato da camera di compensazione del conflitto politico del momento senza però ottenere l’effetto di evitare gli errori del passato, e a dimostrarlo sono ad esempio i lavori “ripetuti” sulle storture delle ricostruzioni post-terremoto. Dovevano lavorare velocemente e invece nei casi più complessi hanno richiesto tempi supplementari come per l’inchiesta sul caso Moro (istitutita nel 1979) dove gli otto mesi previsti per legge sono saliti a tre anni o della loggia P2, quasi quattro anni, dal 1981 al 1984 contro i sei mesi scritti nella norma. Proroghe sono state necessarie anche nel caso delle commissioni sul terrorismo e sulle mancate responsabilità delle stragi, dall’86 al ’96, che strada facendo hanno intecettato anche un fascicolo su Ustica. C’è poi il caso dell’Antimafia che ormai è diventata una sorta di commissione permanente istituita senza soluzione di continuità dalla X legislatura a oggi.

LA MAPPA DELLE COMMISSIONI D'INCHIESTA
Organismi monocamerali e bicamerali istituiti dalla I alla XVII legislatura ( tra prarentesi l’anno di istituzione)

I temi sociali
A debuttare nella prima legislatura in un paese impegnato a ripartire dopo la guerra è stata Montecitorio nel 1951: due commissioni d’inchiesta su disoccupazione miseria in Italia, prorogata nella legislatura successiva per completare la relazione. Nel 1988 due commissioni “gemelle” alla Camera e al Senato indagavano rispettivamente la condizione giovanile e quella dell’anziano. Mentre il tema del lavoro è tornato più volte nel corso degli anni. La relazione finale della bicamerale d’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori istituita nel 1955 ha prodotto 25 volumi, tra il 1958 e il 1965, a cinque anni dal varo dello Statuto dei lavoratori. Poi la commissione sulla giungla retributiva (1975) e quella a Palazzo Madama sulla sicurezza e salute nelle aziende presideduta dal Luciano Lama (X legislatura). E dalla quattordicesima legislatura a oggi si è insediata quattro volte la Commissione infortuni sul lavoro e morti bianche. Nel 1994 il Senato ha indagato sul fenomeno del caporalato.

“Nel 1988 due commissioni “gemelle” alla Camera e al Senato indagavano rispettivamente la condizione giovanile e quella dell’anziano”

La mappa delle Commissioni di Inchiesta dal 1948 ad oggi 

La P2, il caso Moro e le stragi
Ci sono volute quattro proroghe e il passaggio da una legislatura all’altra (VIII e IX) per arrivare a una relazione di Tina Anselmi in 93 tomi sulla loggia massonica P2 di Lucio Gelli, e altre quattro per l’inchiseta sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro (1979) vicenda quest’ultima che è tornata in una delle relazioni della Commissione stragi e terrorismo (insediata la prima volta alla Camera nell’86 e poi come bicamerale fino alla XIII lagislatura) e poi di nuovo nell’attuale legislatura con una nuova commissione.

Gli scandali e i misteri
Il caso Giuffré e dell’«anonima banchieri», fu il primo scandalo ad affacciarsi in Parlamento: una bicamerale nel 1958 verificò i rapporti tra gli apparati pubblici e la truffa sui finanziamenti per la ricostruzione degli edifici di culto nel dopoguerra a opera di Giovanni Battista Giuffré. Poi negli anni seguirono l’inchiesta sulla costruzione dell’aeroporto di Fiumicino (1961), i fondi neri Iri (1987) il crack Federconsorzi e la procedura fallimentare più importante d’Europa per la federazione che riuniva i 72 consorzi agrari italiani (1998). Sempre in tema di agricoltura anche il caso dell’azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (Aima) per la gestione «clientelare e distorta» dei fondi Ue. Ma anche due commissioni su Bnl Atlanta e i finanziamenti al regime di Saddam Hussein in Iraq ( al Senato 1991-1992). A indagare invece sul mistero dell’”armadio della vergogna” è stata una bicamerale istitutia nel 2003 con il compito di indagare sulle archiviazioni di 695 fascicoli contenenti denunce di crimini nazifasciti durante la seconda guerra mondiale. Ritrovati a Roma nel 1994 in un armadio degli uffici giudiziari militari d’appello.

“Il caso Giuffré e dell’«anonima banchieri», fu il primo scandalo ad affacciarsi in Parlamento: una bicamerale nel 1958 verificò i rapporti tra gli apparati pubblici e la truffa sui finanziamenti per la ricostruzione degli edifici di culto nel dopoguerra a opera di Giovanni Battista Giuffré”

Dal sociale al risparmio i temi più ricorrenti 

I disastri: da Seveso a L’Aquila
A passare per le inchieste parlamentari anche i disastri d’Italia a partire dalla ricostruzioni post-terremoto: è accaduto per il Belice (VII legislatura, prorogata nella legislatuta successiva) , per l’Irpinia (X legislatura) e per L’Aquila. La commissione istituita in questa legilatura per la ricostruzione dal sisma abruzzese del 2009 non si è ancora costituita. Poi la fuga di diossina dall’Icmesa di Seveso negli anni 70 (VII legitura) e l’inquinamento del fiume Sarno (al Senato nel 2003) .

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