Un desiderio, nemmeno troppo celato, di circondarsi di forme rassicuranti, di ritrovare abitudini note e familiari, strizzando l’occhio alla nostalgia: c’è tutto questo nel ritorno al passato che rivelano tanti arredi di nuova produzione. Gli anni 50 sono i grandi protagonisti del revival, tra citazioni di forme e tinte inconfondibili, ma più in generale la rilettura di tipologie, tecniche e materiali della tradizione è uno dei temi ricorrenti nelle nuove proposte.
Ne è testimone l’operazione avviata da Stefano Boeri con Annibale Colombo, azienda di mobili classici che lancia una nuova linea dedicata al design, di cui l’architetto milanese firma una famiglia di elementi contenitivi ispirati alla tradizione del mettitutto e che dichiaratamente raccolgono l’eredità della credenza tradizionale, in cui le massaie riponevano piatti, vettovaglie, vivande. «Per disegnare mobili domestici serve oggi una grande attenzione agli spazi irrisolti della vita quotidiana» afferma l’architetto Boeri, «come quello dell’assenza di contenitori eclettici sulla soglia del proprio appartamento». Uno spunto per recuperare la tipologia del mettitutto, che Boeri ha reinterpretato come una parete attrezzata, aperta su due lati, con una scocca in legno che contiene scaffali in vetro e contenitori scatolari utilizzabili a cassetto.
Una tipologia di ritorno al passato è anche quella del baule, che un tempo tutte le coppie di sposi avevano nella loro fornitura domestica. Oggi un baule utilizzato come contenitore da camera risponde all’esigenza di uno spazio privato, quasi fuori dal tempo, in cui celare il proprio universo di accessori e cose preziose. In quest’ottica lo ripropone Alivar, con il modello Bombay per la camera da letto. È una sorta di piccolo armadio portatile e articolato, che all’interno cela più funzioni: lo specchio con il portagioie, le ante con i ganci per cinture, foulard, i ripiani per i profumi e i piccoli oggetti, oltre a un’ampia cassettiera e a un ripiano estraibile che funge anche da scrittoio. Con struttura in noce o rovere, è rivestito da una preziosa finitura in pelle bicolore.
La “re-invenzione” del passato è il metodo che Barnaba Fornasetti, figlio del grande Piero, ha adottato per dare nuova vita all’immenso archivio di idee e progetti del padre; e in occasione del Salone del Mobile di Milano Fornasetti presenta un trio di arredi contenitori a forma di cilindro, che ricordano certi mobili settecenteschi, ma richiamano anche il moderno mobile circolare che Piero Fornasetti progettò agli inizi degli anni Cinquanta. Il nuovo mobile Cilindro, in legno laccato, stampato e dipinto a mano, è presentato in tre versioni, da quella più bassa e larga, che funge da tavolino, alle due più alte che servono da contenitore e vetrinetta, tutte decorate con le inconfondibili immagini del grande creativo.
Suggestiva anche l’interpretazione che la giovane designer Cristina Celestino ha dato del letto della tradizione con il nuovo modello Amante, che la progettista presenta al Salone per Pianca. La Celestino, che ha adottato come metodo il confronto tra le forme del passato e quelle contemporanee, propone un letto con la testata grande e stondata rivestita in tessuto plissettato, motivo richiamato nel giroletto, realizzato in legno laccato grissinato (con piccole scanalature verticali). In Amante il modello di letto tradizionale è riconoscibile, ma alleggerito nei volumi e nel rapporto tra i vari elementi, quasi in un gioco ironico, con un effetto complessivo di equilibrio.
Nella settimana milanese del design viene svelata anche una nuova serie di divani che Republic of Fritz Hansen ha affidato al designer spagnolo Jaime Hayon: si chiama Lune ed è un sistema modulare di imbottiti da due a sei posti e con vari elementi che consentono illimitate composizioni. La forma è quella del divano tradizionale, dalle proporzioni equilibrate, con lo schienale che contiene cuscini imbottiti che si adattano alla forma del corpo, grazie a uno strato superficiale di piume d’anatra e d’oca. Le linee sono pulite e senza fronzoli, l’insieme è ridotto all’essenziale, mantenendo però tutti gli elementi indispensabili al massimo confort. Lune, infatti, è una parola danese che indica la sensazione che si percepisce quanto tutto funziona alla perfezione.
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