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Cuneo fiscale 12 punti sopra la media Ocse

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Cuneo fiscale 12 punti sopra la media Ocse

  • –Claudio Tucci

ROMA

Dopo l’allarme della Corte dei conti, adesso arrivano i dati ufficiali dell’Ocse: il peso di imposte e contributi sui redditi da lavoro in Italia si conferma un «macigno» che grava sulle imprese. La fotografia scattata ieri dall’annuale «Taxing Wages» parla chiaro: nel 2016, per un dipendente “single” senza figli, il cuneo fiscale si è attestato al 47,8%, un valore elevatissimo, distante di quasi 12 punti dalla media Ocse, ferma al 36 per cento.

Il nostro Paese è passato al quinto posto (eravamo sesti l’anno prima): peggio di noi per tasse e contribuiti sui lavoratori “single” sono Belgio (con un cuneo fiscale del 54%), Germania (49,4%), Ungheria (48,2%) e Francia (48,1%). La Spagna è quindicesima con il 39,5%, gli Usa venticinquesimi con 31,7%, e precedono Canada e Regno Unito, rispettivamente, con 31,4% e 30,8 per cento. Il fisco più leggero per i lavoratori “single” lo si trova in Nuova Zelanda (17,9%) e Cile (7 %).

La situazione italiana, addirittura, peggiora nel caso di famiglia monoreddito con due figli: nel 2016 il nostro cuneo fiscale è stato pari al 38,6%, 12 punti netti al di sotto della media Ocse (26,6 per cento). Nella classifica internazionale dei paesi che più “tartassano” i nuclei salariati monoreddito con due figli, siamo addirittura passati dal quinto (2015) all’attuale terzo posto (2016): davanti all’Italia ci sono solo Francia, in vetta, con un cuneo fiscale del 40%, e Finlandia (39,2%). Agli opposti, Irlanda (8,3%), Cile (7%) e Nuova Zelanda (6,2 %).

Per un nostro lavoratore medio il cuneo fiscale è aumentato di 0,7 punti tra il 2000 il 2016, passando dal 47,1% al 47,8% (nello stesso periodo il cuneo medio Ocse si è ridotto di un punto percentuale, dal 37% al 36 per cento).

Certo, gli sgravi sul lavoro stabile introdotti dal governo Renzi nel 2015 un piccolo effetto lo hanno avuto (la contrazione di 0,08 punti del cuneo 2016 per un dipendente “single” senza figli, per esempio, è frutto del calo dei contributi a carico del datore, -0,11 punti, mentre sono saliti di 0,02 punti la tassazione sul reddito e di 0,01 i contributi a carico del lavoratore).

Il costo del lavoro complessivo in Italia nel caso di uno stipendio medio è stimato a 55.609 dollari (a parità di potere d’acquisto l’anno), ed è il diciassettesimo tra i paesi Ocse, dove la media è 50.200 dollari.

Per il salario lordo (comprensivo di imposte e contributi) l’Italia è al diciannovesimo posto con 42.166 dollari, poco sotto la media Ocse (43.015). Le imposte sul reddito (21,6%) e i contributi a carico del lavoratore (9,5%) incidono per il 31,1% del salario lordo, contro il 25,5% medio Ocse. Ciò significa che, da noi, lo stipendio netto medio percepito è pari al 68,9% del lordo, a fronte di una media Ocse pari al 74,5 per cento.

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