Nuovo raid al cantiere del gasdotto Tap a Melendugno, nel Salento, dopo quello avvenuto due giorni fa. Lo denuncia la società affermando che «mentre istituzioni e azienda in modo responsabile dialogano e discutono su come tutelare l'ambiente e la stagione turistica dell'intero Salento, ci tocca dover registrare l'ennesima notte fatta di recinzioni divelte, ulivi messi in pericolo, devastazioni compiute dalla parte cattiva del movimento No Tap». «Tap - dice la società - continua a discutere con chi vuole davvero il bene del Salento e degli ulivi e non con chi pensa di poter sostituire il dibattito con la violenza».
Dopo la sentenza del Tar del Lazio dello scorso 20 aprile che ha riconosciuto la regolarità e la legittimità dell'espianto fatto dalla società nell'area del microtunnel (211 gli alberi interessati complessivamente) e respinto il ricorso avanzato dalla Regione Puglia contro il ministero dell'Ambiente, che aveva appunto detto che Tap era autorizzata alle operazioni, è stata raggiunta una tregua tra la società e gli amministratori locali di Melendugno. Nel senso che per i 12 ulivi ancora nell'area del cantiere che gli operai hanno «zollato» - cioè espiantati e rimasti con un blocco di terreno attorno - non ci sarà alcun trasferimento nel sito provvisorio di masseria del Capitano dove, nei giorni scorsi, sono stati rimessi a dimora gli alberi portati via dalla zona nel cui sottosuolo sarà scavato il microtunnel.
Questi ultimi 12 ulivi rimarranno invece nell'area del cantiere, sistemati in grandi vasi e quindi messi in sicurezza. E sul fatto di non spostare gli alberi da dove sono, si è stabilita appunto la tregua tra Tap e Comune di Melendugno, considerato , oltretutto, che l'espianto in gran parte è stato già effettuato, che fine aprile è il termine ultimo, in base alle pratiche colturali, per movimentare gli ulivi, dopodichè se ne riparla a novembre, e che Tap , infine, è impegnata a non effettuare alcuna attività nella stagione estiva per non intralciare il turismo e quanti affolleranno questa spiaggia del Salento. Tap stessa evidenzia di aver proposto al prefetto di Lecce, dove le parti si sono incontrate, di non ricorrere ad «ulteriori trasferimenti» degli ulivi «che darebbero a qualche malintenzionato occasione di visibilità ai danni dell'immagine del Salento».
E lunedì, annuncia la società, «saranno definiti con gli agronomi (prima di tutto la salute delle piante) tempi e modalità di questa attività, l'ultima prevista prima dell'estate». Giorni fa Michele Elia, ad Tap Italia, ha dichiarato che la società vuole adesso utilizzare i mesi estivi, e quindi la non attività di cantiere, per rilanciare il dialogo con gli amministratori locali mettendosi a disposizione come società per interventi rivolti al territorio. Tuttavia quanto avvenuto nelle scorse ore è un segnale di come la situazione resti problematica a causa della presenza di frange violente nel fronte della protesta, le quali di recente hanno anche divelto i muretti a secco della campagna pugliese (elemento paesaggistico protetto) per ricavarne pietre per le barricate stradali. Devastazioni da cui il movimento No Tap ufficiale e i sindaci del Salento hanno preso le distanze.
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