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Lufthansa frena sulle ipotesi di un intervento

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LA CRISI ALITALIA

Lufthansa frena sulle ipotesi di un intervento

FRANCOFORTE

Lufthansa evita di manifestarsi sulla vicenda Alitalia. «Non abbiamo nessun commento. Sono speculazioni e non commentiamo le speculazioni», ha detto ieri una portavoce del gruppo di Colonia.

Il nome della compagnia aerea tedesca è emerso più volte negli ultimi mesi come possibile soluzione della crisi di Alitalia ed è stato avanzato di nuovo in queste ore dopo la bocciatura del piano di salvataggio nel referendum tra i lavoratori della compagnia italiana.

Alitalia ha in Etihad, che ne controlla il 49%, un socio comune con Air Berlin, la compagnia tedesca che negli ultimi anni ha ingaggiato una furiosa competizione con Lufthansa soprattutto sulle rotte a corto raggio e ne è uscita a pezzi, con forti perdite nei due esercizi più recenti. Nel febbraio scorso, Air Berlin ha abbandonato la lotta raggiungendo un accordo con la compagnia di bandiera, alla quale ha concesso in leasing 38 aerei, riducendo di molto, nei fatti, la possibile concorrenza.

In più di un’occasione, indiscrezioni del settore del trasporto aereo hanno indicato che una soluzione analoga, almeno in parte, potesse essere trovata con Alitalia, non è chiaro se con le stesse modalità. Secondo queste indiscrezioni, il perno della trattativa sarebbe stato il presidente Luca Cordero di Montezemolo, che però ha lasciato la poltrona il mese scorso. L’altro elemento di un possibile accordo fra Lufthansa e Alitalia è saltato anch’esso, in quanto doveva essere rappresentato dall’approvazione del piano di tagli dei costi alla compagnia italiana, che ora ha incontrato l’opposizione dei lavoratori.

Lufthansa, del resto, è appena uscita da una lunga battaglia sindacale con i suoi stessi lavoratori, in particolare con i piloti, che ha portato a numerosi e costosi scioperi negli ultimi due anni: l’oggetto era lo stesso del caso Alitalia, e cioè il taglio dei costi del personale, che nel caso di Lufthansa avrebbe dovuto realizzarsi tra l’altro con lo spostamento delle rotte a corto raggio nella controllata Eurowings, che ha una struttura salariale meno onerosa. Difficile ipotizzare che la compagnia tedesca voglia ora imbarcarsi in una vertenza analoga in Italia, anche se l’accordo con Alitalia dovesse limitarsi a un’intesa operativa e non a un’acquisizione di una quota azionaria.

L'altro possibile partner di Alitalia fra i concorrenti internazionali, più volte citato da indiscrezioni di stampa, è la compagnia low-cost Ryanair, il cui fondatore Michael O’Leary, però, in un’intervista al Sole 24 Ore il 26 gennaio scorso ha dichiarato di «aiutare Alitalia a uscire dalla difficile situazione in cui si è venuta a trovare per la disastrosa partnership con Etihad», ma che l’acquisto di una quota azionaria «non è sul tavolo». Un'ipotesi che invece in anni passati O'Leary aveva avanzato ed era stata respinta da Roma.

Resta tutto da vedere se i recentissimi sviluppi della crisi Alitalia possano far cambiare idea a Lufthansa o a Ryanair, che a questo punto potrebbero permettersi di raccogliere i pezzi del disastro della compagnia italiana, invece di dover negoziare un’intesa.

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