NAPOLI. Rigenerazione urbana e infrastrutture possono e devono essere “Le vie dello sviluppo”: se ne è parlato in occasione del convegno che si è svolto oggi a Città della Scienza per la celebrazione dei cento anni dell’Unione degli industriali di Napoli, con la partecipazione tra gli altri del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Secondo evento di una serie, aperta con un incontro dedicato all'industria 4.0. E che si concluderà a giungo al Teatro San Carlo.
Prezioso: «A Napoli c’è un nuovo dinamismo»
Napoli esce dall'immobilismo? Si è domandato in apertura il presidente della Confindustria partenopea, Ambrogio Prezioso. «Pare proprio di sì - risponde -. I flussi turistici, ad esempio, sono in crescita costante. C’è un nuovo dinamismo al vertice di prestigiose strutture museali. Ci sono imprese create da giovani, realtà consolidate e in crescita, in comparti tradizionali del made in Italy e in poli manifatturieri all'avanguardia per tassi di innovazione». E non è tutto, l’aeroporto continua a crescere a doppia cifra, il porto volta pagina, alcuni importanti progetti della città tra cui la Metropolitana avanzano.
A Napoli progetti di conversione urbana fermi da decenni
Può bastare? Perché una città con potenzialità straordinarie resta tra le capitali della disoccupazione della Penisola? È un problema italiano? «No - risponde Prezioso - altrove si realizzano grandi opere e si progetta in grande. Milano e dintorni, in questi anni, costituiscono l’esempio più autorevole: con Expo, con il campus che farà traslocare le facoltà scientifiche dell'università Statale a Rho-Pero, per non parlare di City Life, il complesso di Porta Nuova firmato da Gae Aulenti per la piazza, da Cesar Pelli per la Torre Unicredit, da Stefano Boeri per il Bosco Verticale. E ora Milano potrà essere scelta anche per ospitare l'Ema, l'agenzia europea del farmaco, con flussi previsti fino a 100 mila visitatori all'anno».
A Napoli i progetti di conversione urbana ci sono, ma sono fermi da decenni. «C’è un metodo - aggiunge il presidente degli industriali di Napoli - è il metodo della condivisione. Di un percorso che inglobi l’istanza di pianificazione centrale con le idee e i progetti di chi vive il territorio. Che giunga in tal modo a definire una visione comune, entro la quale possano trovare accoglimento iniziative e progetti di investimento, sia pubblici che privati». Un modello che Prezioso vuole riproporre su scala nazionale, nell’ambito del Gruppo di lavoro sulle Aree Urbane e Metropolitane (da lui diretto) costituito da Confindustria, fortemente voluto dal presidente Vincenzo Boccia. «Mettere il Mezzogiorno al centro d'Europa è possibile», sintentizza Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria, nel rivolgere un appello ai giovani perché partano dalle potenzialità del territorio per avviare un processo di sviluppo.
Le risorse adesso ci sono
La disponibilità di risorse per il Mezzogiorno è un leitmotive dell’evento di celebrazione dei cento anni. Ne parla il ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti: «È stato un miracolo - dice - aver recuperato tutti i fondi della programmazione 2007-2013 e sulla nuova programmazione siamo al 26%». Ma per De Vincenti c’è anche altro: «Degli oltre 9 miliardi del patto per la Campania, oltre 4 miliardi sono progetti in moto. Anche il patto per Napoli va avanti. Insomma, il rumore delle macchine è cominciato.
Abbiamo una difficoltà nel realizzare progetti ben fatti, ma ci stiamo lavorando». Così di risorse da investire parla anche l’assessore regionale Amedeo Lepore: «La Regione Campania -dice - ha destinato 40 milioni ai comuni per aiutarli a fare progetti. Per Napoli abbiamo un piano da 3 miliardi. Abbiamo università, imprese, centri di ricerca e vogliamo che tutto sia connesso». Lepore elenca gli strumenti adottati per sostenere l’economia e attrarre investimenti: credito d’imposta, decontribuzione, esonero Irap per le nuove imprese, contratti di sviluppo, i Patti.
Bagnoli fra progetto e polemiche
Il progetto per la rinascita dell'area occidentale, quella di Bagnoli Coroglio - sede peraltro anche del centro congressi di Fondazione Idis (sede del convegno “Le vie dello sviluppo”) e sede di “Corporea”, altro museo interattivo di Fondazione Idis recentemente inaugurato - merita un focus a parte. Esso rappresenta una di quelle grandi potenzialità su cui gli imprenditori vorrebbero investire. Ma si attende da anni la bonifica, mentre la magistratura indaga sugli interventi di risanamento degli anni passati e i veleni di polemiche sempre infuocate non si dissipano. «Stiamo realizzando la caratterizzazione - dice Domenico Arcuri, ad di Invitalia che è soggetto attuatore degli interventi nella ex cittadella Italsider - intanto vorrei fare un invito al silenzio - aggiunge con tono polemico -. Quel che importa è che i cantieri ci sono e le macchine sono in movimento». Si allaccia forse ai toni duri di Arcuri e a varie analisi di immobilismo l’assessore e vicesindaco del Comune di Napoli, Raffaele Del Giudice che respinge le accuse. «Siamo presenti a tutti i tavoli tecnici - dice - e lavoriamo intensamente. Sono partiti i progetti delle periferie, ad esempio a Scampia e stiamo lavorando con il governo su Bagnoli. La rigenerazione è una grande occasione, ma pensiamo che debba rispettare i desideri delle comunità. Crediamo anche che vadano fatti tutti i passi: vogliamo valutare bene come si spendono i soldi e quali progetti si fanno. Una buona pratica è il patto per Napoli».
La progettazione per i Campi Flegrei
Anche le imprese sono passate ai fatti per definire un progetto che parta dal Polo tecnologico, in cui sono partiti gli investimenti, da legare ad altri attrattori. Ne parla Ferruccio Izzo, docente della Facoltà di Architettura impegnato in una progettazione che interessa i Campi Flegrei e che parte dalle analisi del paesaggio, dalla storia, dal racconto dei cittadini.
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