La crisi «istituzionale» non risparmia i governi locali. E la cartina di tornasole saranno le prossime amministrative dell’11 giugno dove un comune su dieci si presenterà “commissariato” all’appuntamento: tra le 1.021 amministrazioni che dovranno andare alle urne per il rinnovo di sindaco e consigli, sono infatti 130 quelle che voteranno per motivi diversi dalla scadenza naturale. E a parte gli 11 comuni di nuova istituzione, tutti gli altri si sono “sciolti” prima del tempo e sono stati traghettati alle urne da un commissario di governo. Un fenomeno, quello dell’interruzione anticipata delle legislature locali, che ha avuto un andamento costante, con il ritmo medio di un commissariamento ogni due giorni, negli ultimi anni.
I motivi del commissariamento
Per oltre due terzi dei comuni al voto in primavera l’interruzione della legislatura è dovuta a motivi politici: dimissione del sindaco o della maggioranza dei consiglieri. Causa che in base alla legge elettorale sull’elezione diretta dei primi cittadini e delle assemblee, segna la fine del governo locale e l’indizione di nuove elezioni. Tra i 25 capoluoghi che andranno alle urne è il caso di Padova dove la giunta di Massimo Bitonci, sindaco di Padova, il più grande comune italiano governato dalla Lega Nord, è caduta dopo che si sono dimessi 17 consiglieri, tra cui due di maggioranza eletti con Forza Italia. E di Lodi dove il sindaco Pd Simone Uggetti si è dimesso perché imputato nel processo per turbativa d’asta per l’affidamento della gestione delle due piscine estive pubbliche della città. Il secondo motivo più ricorrente è poi quello delle infiltrazioni mafiose. E poi l’impossibilità di approvare i bilanci.
“Per oltre due terzi dei comuni al voto in primavera l’interruzione della legislatura è dovuta a motivi politici: dimissione del sindaco o della maggioranza dei consiglieri”
LO SCIOGLIMENTO ANTICIPATO
I numeri
In termini assoluti la regione con il maggior numero di comuni commissariati che devono rinnovare sindaco e consiglio a giugno c’è la Lombardia (24) seguita da Piemonte e Campania con 19. Ma in termini di percentuale ci sono Marche (con il 26,3% sul totale dei comuni al voto) e subito dopo Lazio e Campania che superano il 21%. Il fenomeno del commissariamento dei comuni ha comunque mantenuto un ritmo costante e piuttosto elevato, in media uno ogni due giorni. Complessivamente sono stati 156 lo scorso anno, 162 nel 2105 e altrettanti nel 2014.
Il debutto dei nuovi comuni
Al debutto del voto invece 11 comuni di nuova istituzione, nati dalla fusione di più comuni o dalla separazionedi altri: Mappano (Torino), Alta Valle Intelvi (Como), San fermo della Battaglia (Como), Val Liona (Vicenza), Terre del Reno (Ferrara), Abetone Cutigilano (Pistoia), San Marcello Piteglio (Pistoia), Montalcino (Siena), Valfornace (Macerata), Colli Metauro (Pesaro-Urbino), Terre Roverasche (Pesaro-Urbino).
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