Tutti lo cercano. Da quel giorno, era il 22 marzo, quando a Palazzo San Macuto, il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen ascolta il procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro. Che, di fronte ai parlamentari, denuncia: «Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di Ong provoca all’attività di contrasto egli organizzatori del traffico di migranti».
Quattro convocazioni in pochi giorni
Di colpo, l’operato delle organizzazioni non governative nel Canale di Sicilia finisce sotto i riflettori e in Parlamento scatta la corsa a sentire Zuccaro. Al Senato la commissione Difesa (presieduta da Nicola Latorre, esponente del Pd) avvia un’indagine conoscitiva sul fenomeno e nella lista delle persone da sentire ovviamente inserisce Zuccaro. «Il Comitato Schengen si è attivato anche prima della Commissione difesa del Senato» ci tiene però a precisare la presidente Laura Ravetto (Forza Italia). Intanto la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi (Pd) proporrà domani all’Ufficio di presidenza di inserire una nuova audizione per la seduta del 9 maggio. Di chi? Sempre lui: Zuccaro. Quello stesso giorno, però, il magistrato è già stato “prenotato” da un altro organismo parlamentare, la Commissione di inchiesta sui migranti che lo ha convocato per porgli domande, ancora sui presunti contatti tra trafficanti e alcune Ong nel Mediterraneo.
Quinta «chiamata» in arrivo
I viaggi per la Capitale del magistrato etneo, a capo della procura di Catania da meno di un anno, potrebbero non finire qui: M5S (che con Luigi Di Maio ha attaccato pesantemente le Ong) ha già fatto sapere che lo vuole audire al Copasir. Un attivismo sul quale il presidente leghista del Comitato parlamentare per la sicurezza Giacomo Stucchi ha voluto dire la sua ricordando che «la possibilità di svolgere audizioni sarà valutata, come sempre, collegialmente in seno al Comitato».
Le interviste del procuratore
Ma è una corsa nella quale le Camere rischiano di arrivare seconde: nel frattempo il magistrato non si nega alla stampa e da quel 22 marzo ha rilasciato in media un’intervista a settimana. Un flusso che potrebbe ora interrompersi: a un giornalista che oggi gli chiedeva se fosse “chiusa la cronaca romana” Zuccaro ha risposto: «A livelli di intervista sicuramente sì».
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