Il mantenimento degli programmatici stabiliti lo scorso ottobre e la disattivazione completa delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette
«determinerebbero la necessità di predisporre, nei prossimi mesi, misure almeno pari a circa un punto percentuale di Pil nel 2018 e a circa 1,5 punti percentuali nel biennio successivo, senza peraltro considerare la necessità di finanziare ulteriori interventi dichiarati dal Governo per sostenere la crescita e
l'occupazione». Lo ha scritto l’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) nel Rapporto sulla programmazione di bilancio 2017 dedicato al Def e al Pnr.
“Il Def fissa in almeno un miliardo all’anno i risparmi da conseguire da parte delle amministrazioni centrali dello Stato. Al momento, però, l'applicazione della nuova procedura sembra mancare di alcuni passaggi importanti ”
Rapporto Upb sulla programmazione di bilancio 2017
Quadro ancora indefinito di misure di correzione
Il Def, si legge ancora nel Rapporto, presenta un quadro «ancora indefinito sulle misure di correzione da adottare per il raggiungimento di tutti questi obiettivi. Si parla genericamente di interventi riguardanti sia la spesa che le entrate, comprensive, queste ultime, di ulteriori azioni di contrasto all'evasione. Sul versante delle uscite, dovrebbe contribuire il nuovo processo di revisione della spesa, inserito a partire da quest'anno nel ciclo di bilancio e basato su un approccio top-down alla definizione degli obiettivi. In quest'ottica, - sottolinea l'Autorità guidata da Giuseppe Pisauro - il Def fissa in almeno un miliardo all’anno i risparmi da conseguire da parte delle amministrazioni centrali dello Stato. Al momento, però, l'applicazione della nuova procedura sembra mancare di alcuni passaggi importanti per garantire una piena e coerente realizzazione degli obiettivi, per esempio l'indicazione nel Def dell'articolazione in entrate e spese programmatiche per sottosettori tra cui in particolare quelle dello Stato».
Clausola investimenti solo in parte rispettata
Il piano di investimenti pubblici legato alla richiesta di flessibilità nel 2016, previsto dalla relativa clausola, «è stato solo in parte rispettato, anche a causa dei fisiologici ritardi dovuti all'inizio del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali. Anche se ciò non ha influenzato - sottolinea l’Upb nel Rapporto sulla programmazione di bilancio 2017 - il livello di investimenti finanziato interamente da fondi nazionali, che è aumentato, l'attuazione del programma più lenta del previsto nel 2016 può aver contribuito alla riduzione del livello complessivo degli investimenti pubblici rispetto al 2015 (-4,5 per cento), una delle condizioni per la concessione della clausola».
La discesa debito non basta per rispetto regole
Nel triennio 2018-2020 lo scenario programmatico del saldo strutturale, ha scritto l’Upb nel Rapporto sulla programmazione di bilancio 2017 commentando il Def e il Pnr approvati dal governo ad aprile, «appare pienamente in linea con le regole europee e nazionali. Nonostante questo, il profilo del rapporto debito/Pil, seppure previsto in discesa, non appare sufficiente per assicurare il rispetto della relativa regola numerica entro l'orizzonte di programmazione».
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