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Ddl concorrenza, Calenda: «Cambieremo sul telemarketing»

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passo indietro del governo

Ddl concorrenza, Calenda: «Cambieremo sul telemarketing»

L’errore sul telemarketing contenuto nella legge sulla concorrenza, attesa alla Camera per l’ultimo sì, sarà corretto. E la prima via possibile potrebbe essere il Ddl di riordino del settore già all’esame del Parlamento. Ad annunciarlo - dopo l’allarme del garante della Privacy sulla norma che invece di introdurre una stretta, come era nelle intenzioni di chi l’ha scritta, rischia di spianare la strada al telemarketing selvaggio - è stato ieri il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha confermato la volontà di intervenire. Tutto nasce da un emendamento Cinque Stelle - approvato, va ricordato, nel lontano marzo 2016 - e approvato con il parere positivo del Governo guidato allora da Renzi . Per Calenda, dopo lo stop del Garante, c’è la «massima disponibilità a lavorare con l’Authority nell’ambito di uno strumento di riordino dell’intera materia. Un lavoro necessario e urgente come sanno bene i cittadini italiani tempestati di telefonate indesiderate».

Passo falso del Governo
Per la maggioranza è il secondo incidente di percorso in pochi giorni per il quale si è vista costretta a correre ai ripari, soprattutto dopo il pressingdell’ex premier Renzi che nei giorni scorsi ha chiesto innanzitutto un dietrofront sul Ddl sulla legittima difesa (sarà cancellata la parola «notte» dal testo che consentiva solo l’uso notturno delle armi). Un Ddl su cui anche ieri sono piovute critiche da tutte le parti, come quella del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Eugenio Albamonte che parla di una iniziativa legislativa che nasce «da una sfiducia per il modo in cui i giudici applicano le norme». Renzi è poi intervenuto anche sulla norma sul telemarketing («Sinceramente mi sembra un errore») contenuta nel Ddl concorrenza nata per arginare gli abusi e che invece rischia per come è scritta di liberalizzarli perché di fatto prevede che l’utente possa essere chiamato anche se non ha esplicitamente espresso il suo consenso. «Come precisato anche dall’ufficio legislativo del ministero - spiega Calenda - la norma è suscettibile di diverse interpretazioni, anche se è evidente che la sua finalità e quella di rafforzare la tutela dei consumatori». L’intenzione ora è correggerla appena possibile, ma senza modificare ancora il Ddl concorrenza che da due anni aspetta un sudatissimo varo.